Ce ne hanno messo di tempo a buttar fuori questo “Adventure Comics” (vol. III)!
Lo status dei protagonisti dell’albo, Superboy/Kon-El e la Legione dei Super-Eroi, emerge infatti dalle ceneri di “Final Crisis: Legion of 3 Worlds”, miniserie record in quanto a ritardi nelle uscite. Come nel gioco del domino, finchè l’ultima tesserina della saga di Geoff Johns e George Pérez non è apparsa sugli scaffali, nè il Ragazzo del Domani nè il team di avventurieri del 31esimo secolo hanno potuto proseguire la loro avventura editoriale, imbarcandosi in questa “nuova”, attesa, collana mensile.
La convivenza dei due franchise DC sotto il tetto di “Adventure Comics” (vol. III), però, non è priva di complicazioni. Ogni numero della testata, sceneggiata ancora una volta da Johns, è diviso in due metà, non equivalenti in quanto a dimensioni. In particolare, la fetta dedicata a Saturn Girl e soci è composta da sole 8 tavole, pur collegate alla tranche principale da un gioco di rimandi che lascia intravedere future interazioni tra i due blocchi.
Per un appassionato della Legione, la lettura di questo comic book può rivelarsi un’esperienza a doppio taglio.
Il lungo episodio con Superboy, ottimamente illustrato dalla stella nascente Francis Manapul, è piuttosto anonimo e segnato in negativo da una regia in palese difficoltà nel gestire i tempi delle singole scene, tra splash page inutili e monologhi fiume che scivolano nel gargarozzo come un boccone di pane di segale.
Terminato di pagare questo insolito pedaggio, ossigeno per l’aficionado: ecco sorgere la second feature. Otto pagine, dicevo, curate graficamente da Clayton Henry. E così organizzate: tre di riassunto delle origini della Legion of Super-Heroes, tra le quali addirittura una tavola doppia; quattro di vera e propria storia; una, l’ultima, di teaser delle trame a venire, per giunta condivisa con il Ragazzo d’Acciaio.
Credo di non dover aggiungere altro.
L’idea di base da parte dell’autore è chiaramente quella di creare un unicum narrativo tra i due ventricoli di “Adventure Comics” (vol. III), senza badare troppo a che la backup brilli di luce propria. Ed è sacrosanto che, dopo anni di maltrattamenti da parte di editor poco, ehm, brillanti, la Legione si ripresenti al pubblico con umiltà, senza dare nulla per scontato. Anche a costo di reiterare elementi, come quelli delle origini, arcinoti allo zoccolo duro.
Però, santo cielo, solo un cretino potrebbe mai inserire una doppia splash page in una storia di otto pagine. Che, alla fine dei conti, si riduce a sole quattro tavole di polpa vera e propria (con protagonisti, per la cronaca, Starman e Tellus). Quattro. Come i dollari che servono ad acquistare l’albo. Sigh.
La delusione, per quanto mi riguarda, è cocente: mi rifuto di recensire questo racconto della Legione.
Appuntamento a fra un mese, quindi. Con la serenità di sapere che, da qui, si può solo risalire.