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Edicola legionaria: Legion Lost (vol.II) #1

sabato, settembre 17th, 2011
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Legion Lost (vol.II) #1

Legion Lost (vol.II) #1

E così, si comincia. Con il lancio, dall’ultima settimana di agosto, dei “new 52″, è ufficialmente iniziata una nuova era per il DC Universe. E, forse, per l’intero comicdom statunitense.
Ma al di là dei frivoli entusiasmi da fanboy e dei dettagli da annuari della nona arte, come si prefigurano le nuove collane DC – e nello specifico quelle della Legione – in quanto a contenuti?
Una parziale risposta in questo senso è giunta lo scorso mercoledi con l’esordio di “Legion Lost” (vol.II), di Fabian Nicieza (testi) e Pete Woods (matite).

Devo ammettere che, nonostante i miei pregiudizi contro il mediocre Nicieza, la lettura non è così male.
Si tratta di un’avventura tutta azione e dal ritmo serrato. Qualcuno direbbe “senza pretese”, anche se a me pare un’espressione un po’ sciocca, visto che ogni fumetto DC (ogni fumetto? ogni storia?) almeno una “pretesa” ce l’ha eccome: quella di intrattenere. Diciamo magari, quello sì, che non si tratta di una portata per palati fini, ma valida giusto per un leggero (e, di tanto in tanto, necessario) snack.

Sulla trama ormai si sa già tutto, e anche di più. Per inseguire lungo i corridoi dello spaziotempo un terrorista, portatore sano di una terribile epidemia, una selezione di legionari sfida la “barriera Flashpoint” (sic) per ritrovarsi nel XXI secolo. Riusciranno i nostri eroi ad impedire che Alastor, il malvagio paziente zero, gambizzi col suo odio la storia dell’umanità? E riusciranno, soprattutto, a tornare poi a casa, mille anni nel futuro?
Un’idea di base interessante, radicata com’è nell’immaginario dell’America post-11/9 (anche se, a dieci anni da quella tragedia, forse è un po’… fuori tempo). Certo, ancora non riesco a capacitarmi di come possa funzionare nella forma di una serie regolare invece che come storyline circoscritta, ma credo che – indipendentemente dalla qualità del lavoro degli autori, beninteso – il mercato chiederà i conti all’editore abbastanza in fretta da non indurre a farsi troppi problemi su questo fronte.

Tuttavia duole sottolineare che, a una lettura attenta, alcuni elementi della vicenda sembrano quadrare poco (attenzione: segue qualche piccolo spoiler). (altro…)

Galleria d’Arte: i character design di Yildiray Cinar

giovedì, marzo 3rd, 2011
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Nel mio ultimo articolo – lo trovate a questo link – si parlava delle mostruose abilità di designer che Phil Jimenez, attuale disegnatore di “Adventure Comics,” ha orgogliosamente mostrato inventando i look dei nuovi studenti della Legion Academy.
Da quando ha guadagnato il ruolo di disegnatore regolare del “volume six”, la collana ammiraglia della Legione, anche la recluta Yildiray Cinar ha tuttavia avuto modo di mettere mano al design di alcuni personaggi, esibendo a sua volta un gusto estetico assai piacevole.
O almeno, piacevole… quasi sempre: delle mie perplessità sul corrente guardaroba di Sensor Girl, ad esempio, mi ero già espresso in questo articolo, e anche il fresco redesign di Wildfire – che, sia chiaro, non trovo affatto brutto – mi pare un enorme passo indietro rispetto alla più moderna mise precedente, ideata dal maestro Gary Frank.
Nel resto dell’articolo, ho raccolto una galleria dei character design legionari finora partoriti da Cinar: date loro un’occhiata voi stessi, fatevi un’idea e dite la vostra nei commenti!

Design di Yildiray Cinar per (in alto, da sinistra) Element Lad, Sun Boy, Tyroc; (in basso) Chameleon Boy, Wildfire

Design di Yildiray Cinar per (in alto, da sinistra) Element Lad, Sun Boy, Tyroc; (in basso) Chameleon Boy, Wildfire

(altro…)

Levitz e Cinar scaldano i motori al “vol.VI”

mercoledì, maggio 5th, 2010
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Superboy (vol.I) #216, prima apparizione di Tyroc

Superboy (vol.I) #216, prima apparizione di Tyroc

A due settimane dall’esordio della nuova collana della Legione, il sito Comic Book Resources ha dedicato agli autori della serie, Paul Levitz e Ylidiray Cinar, un’intervista breve ma ricca di anticipazioni:

“The initial arc is “Earth-Man’s Choice” and deals a lot with the intriguing character developed in Geoff’s ‘Superman and the Legion’ arc, a man who is a hero by his own definition, but with goals that the rest of the Legion finds wrong,” said Levitz. “He goes through some changes, and their view of him is challenged as well. Meanwhile, a world is destroyed, populations rebalanced, and relationships affected. Meanwhile, in ‘Adventure,’ chunks of the Legion’s past are revealed that haven’t been explored before.”

[…] Despite re-building the Legion from the ground up, Levitz is still excited to see the team’s fans’ reactions to the new series, and it’s no wonder considering what’s in store for the coming months. The first story-arc promises a tie-in with the Green Lantern Corps and the destruction of a major planet, and if that wasn’t enough, Levitz will also be taking on storytelling duties in “Adventure Comics” this June (Levitz was previously editor on the original “Adventure Comics” beginning in 1976), which marks the shift of the Legion to the main story slot, exploring the Legion’s past origins as Levitz explores the present in the title proper.

In un curioso loop temporale degno del Time Trapper, poche ore dopo anche Newsarama ha pubblicato un’intervista di simile tenore, questa volta rilasciata dal solo Levitz, sotto forma di un video presumibilmente girato prima della chiacchierata tra lo scriba newyorkese e i ragazzi di CBR; il videocast di Newsarama è stato infatti realizzato a metà aprile, a Chicago, durante la convention del C2E2, della quale il Legionblog si è già occupato in questo articolo.
Tra gli highlights del filmato, la notizia di un team-up tra i World’s Finest e i legionari sulle pagine di “Superman/Batman” #75, e l’anticipazione del ritorno in scena di Tyroc nei primi numeri dell’imminente “volume six”. Nonostante queste interessanti novità, però, a catturare maggiormente la mia immaginazione è stato un dettaglio stupidissimo: sbaglio, o con quella sua voce un po’ stridula Levitz pare quasi una caricatura di Jay Leno?

Un tuffo nel passato con Conway e Grell

lunedì, giugno 22nd, 2009
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Come una mareggiata che schianta sulla riva mementi recuperati da quel grande archivio di oggetti e ricordi che è il fondo del mare, anche la blogosfera ogni tanto riporta a galla curiosità e chicche dal passato. È il caso di due aneddoti Legion-related (ri)apparsi in rete negli ultimi giorni e che vado immediatamente a segnalare anche in questa pirotecnica sede.

Nella sua rubrica Comic Book Legends Revealed, Brian Cronin ha ripercorso i lunghi e faticosi tentativi da parte di Mike Grell, storico artista della Legione nei primi anni ’70, di inserire un personaggio di colore all’interno del franchise futuribile DC Comics.
L’episodio, ben riassunto in un articolo colmo di illustrazioni, è di un’amara ironia per noi lettori di oggi, che col senno di poi possiamo pensarci sopra dall’interno di una società sempre più multirazziale:

Un'immagine del legionario Tyroc

Un'immagine del legionario Tyroc

When Mike Grell became the new regular artist of the Legion of Superheroes (which appeared in Superboy and the Legion of Superheroes) in 1974, there was something that he noticed that troubled him a bit.
In the future world of the Legion of Superheroes, there did not seem to be any black people.
So a few issues into his run as the artist on the book, Grell took a new Science Police character that Cary Bates was introducing in Superboy and the Legion of Superheroes #207 (who appeared to be a one-off character), and drew him as a black man.
However, editor Murray Boltinoff told Grell that they were already planning on having a black character show up in a few months, so Boltinoff then had the character Grell intended to be black just colored white, instead.

Grell continued to pester Boltinoff over the next few months, “So, when are we going to get this black character you said we would?” until finally, Grell got his wish….and probably wished he didn’t.
Superboy and the Legion of Superheroes #216, from late 1974, tried to explain why there didn’t seem to be any black characters in the world of the Legion of Superheroes.
You see, they all lived on an island that, like Brigadoon, would disappear from this dimension for years at a time. And Tyroc was their resident superhero.

Grell, naturally, did not take kindly to the idea that the first black superhero in the Legion (heck, Tyroc predated Black Lightning, even!) was a separationist! As a result, he tried to make Tyroc look as goofy as he could.
Later writers tried to redeem the Tyroc character a little bit (Keith Giffen even made him President of New Earth in the Five Years Later Legion!).

Strano come un fumetto come quello della Legione, uno dei cui punti forti è proprio la serena integrazione tra le diverse culture dei protagonisti, sia giunto così tardi e così goffamente a toccare il tema della discriminazione razziale. Grazie al cielo, la storiografia della serie vedrà momenti molto più riusciti sotto questo fronte, fino al culmine dalle recenti storie realizzate da Geoff Johns e Gary Frank sulle pagine di “Action Comics”.

Il sempre puntuale Legion Omnicom riporta, infine, una serie di messaggi rilasciati su Twitter da parte di Gerry Conway, nome storico del comicdom statunitense e autore di numerose avventure di Cosmic Boy e soci, in un lungo ciclo di storie che vide la luce più o meno ininterrottamente da “Superboy and the Legion of Super-Heroes” #248 (1979) fino al numero #276 (1981).
In breve, lo sceneggiatore newyorkese ha confessato alla rete una estrema sensibilità alle critiche, spesso esagerate, esposte al suo lavoro da parte dei navigatori del web. La produzione di Conway è in effetti molto altalenante, come egli stesso confessa riferendosi anche alla sua infelice parentesi legionaria.
A sottolineare l’assurdità del rampante social network, che permette di pubblicare solo messaggi non più lunghi di un sms, Conway ha dovuto frammentare in numerose “puntate” il testo delle sue considerazioni. Per favorirne la leggibilità, io ho ricomposto il tutto in un flusso compatto:

I need to remember: don’t read reviews or comments on stuff I write. No matter how many positive comments, all I see are the negative ones. I mean, great baseball hitters miss two out of three times at bat, and that’s considered a great average. Writers and artists, though… We’re expected to bat a thousand every time. And when we don’t, we get slammed as “hit or miss.” Well, duh.
My problem is I wrote too much when I was writing comics. Twice as much as most other writers, on average. Five, six titles a month.
I like to think most of it was pretty good. I think I wrote as many good stories as the best writers working at the time. Unfortunately, I also wrote a lot I wasn’t happy with. Didn’t hit a home run every time at bat. Sometimes just a base hit. Sometimes a strikeout.
But some readers only see the strike-outs. A 100+ issues of JLA, and all they remember are the Detroit stories. Sheesh. A solid run on Batman and Superman, and all they wanna talk about is how I sucked writing Legion. But you know what’s sick? I listen to them! Five great reviews, a dozen compliments from happy fans, and all I hear is the snarky guy who calls me old school.
Yeah, I know, but this is why I shouldn’t read reviews or commentary. I ain’t got no perspective. Sheesh. Thanks, geek! I know I’m too hard on myself. But what people think really does matter to me. Sigh. You’d think, at my age… 😉
Thanks for the support, guys. Guess I just needed to blow off some steam. Fssttt.

Stai su, Gerry!