Posts Tagged ‘Gerry Conway’

Avvistamenti legionari: ottobre 2011, il mese di… Superboy?!

mercoledì, luglio 20th, 2011
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Join the campaign to ask DC to keep Superman as a part of the Legion of Super-Heroes' origin!

DC Comics Presents: Superboy's Legion

DC Comics Presents: Superboy's Legion

La seconda ondata di solicitations DC Comics post-Flashpoint – ne trovate l’elenco completo a questo link – ha regalato una sfilza di sorprese, oltre che gradite, davvero inattese.
Proprio in questi giorni, infatti, in cui l’incombenza di una nuova continuity del DCU sembra mettere a rischio la storica permanenza di Superboy nella Legione, l’editore newyorkese ci promette per i mesi a venire una sfilza di volumi dedicati al Ragazzo d’Acciaio e al suo rapporto con il team futuribile.

La novità di maggiore rilevanza, la cui effettiva uscita è però prevista per il marzo del prossimo anno, è Legion of Super-Heroes Archives vol. 13 HC, ultimo tomo della riproposta cronologica deluxe delle avventure di Lightning Lad e soci, che i lettori aspettavano dal lontano 2003 (!).
Volendo cercare a tutti i costi il pelo nell’uovo, rispetto alla lista del materiale legionario in attesa di ristampa che trovate a questo link, l’Archivio salta purtroppo alcune storie fuori collana; tuttavia, l’entusiasmo per questo straordinario annuncio è tale da porre facilmente in ombra dettagli, pur importanti, come questo.

Sempre dedicati all’alter ego del giovane Clark Kent, da non perdere DC Comics Presents: Superboy’s Legion, che ripropone un amabile Elseworlds del 2011 di Mark Farmer e Alan Davis; The Steve Ditko Omnibus vol. 2 HC, che raccoglie alcuni episodi della Legione anni ’80 illustrati dal co-creatore di Spider-Man; DC Comics Presents: Superman Secret Identity, di Kurt Busiek e Stuart Immonen, che non riguarda l’equipe di eroi del 31esimo secolo ma rappresenta una delle storie più riuscite e toccanti sulla figura del Ragazzo del Domani.

Per il resto, come già accennato in questo articolo, ai due mensili Legion Lost (vol. II) (di Nicieza e Woods) e Legion of Super-Heroes (vol. VII) (di Levitz e Portela) si affiancherà in ottobre una miniserie in sei numeri sulla genesi del team futuribile, Legion: Secret Origin, scritta dal solito Paul Levitz e illustrata da Chris Batista.
Al primo numero della limited series sarà inoltre allegato, in promozione, una replica in plastica del mitico Flight Ring, – era ora, signor DiDio! – come dimostra questo addendum assente dalle solicits per il pubblico:

Retailers: Please see the Previews Order Form for a special offer on Legion of Super-Heroes promotional rings.

Da segnalare infine, oltre alla versione brossurata di Superman: Last Stand Of New Krypton vol. 1, la pubblicazione di due oggetti da collezione destinati ai soli fan più danarosi.
Il primo è DC Comics: The New 52 HC, cartonato monstre che raccoglie tutti i numeri uno della “first wave” di collane regolari DC post-Flashpoint; l’altro, a mio avviso più interessante, è DC Comics: The Number Ones Comic Cover Portfolio Set, album di litografie delle copertine dei 52 titoli in uscita a settembre.

Per ulteriori dettagli sui prodotti appena discussi, cliccate come sempre il link di seguito. (altro…)

Ristampe legionarie: cosa manca?

lunedì, gennaio 3rd, 2011
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Superboy and the Legion of Super-Heroes #224

Superboy and the Legion of Super-Heroes #224

A giudicare dall’annuncio di questo hardcover, si direbbe che la DC abbia finalmente deciso di riproporre integralmente – e nello splendido formato delle “deluxe edition” – il lungo ciclo della Legione scritto negli anni ’80 dal futuro President and Publisher Paul Levitz.

Purtroppo però, per completare la ristampa in volume delle avventure del team “originale” – e cioè quelle uscite negli States dal 1958 al 1989, le uniche attualmente considerate come parte del “canone” – ci sarebbe prima da colmare un lungo gap.
La rimpianta collana Legion Archives, la più longeva ristampa cronologica delle gesta Lightning Lad e soci, ha infatti chiuso la sua gloriosa corsa col materiale del 1976, mentre il primo tomo della deluxe edition, uscito lo scorso dicembre, parte col 1982.

Quali e quante sono dunque, di preciso, le storie che mancano all’appello? Per comodità, ho pensato di stilarne un elenco dettagliato, che trovate di seguito.
Accanto al titolo di ogni albo, ho segnalato per primo il numero di pagine della feature legionaria in esso contenuta, e quindi il nome dello sceneggiatore, che vista l’assenza di penciler di grido costituisce forse il dato più discriminante nella selezione di cosa ristampare.
L’elenco comprende, oltre agli episodi delle serie regolari, anche le inevitabili apparizioni “fuori sede”, e il tutto è disposto secondo l’originale ordine di uscita. Ho volutamente lasciato fuori giusto lo spin-off “Karate Kid” (15 numeri, 1976 – 78), che riterrei casomai più logico ristampare a parte, magari in un bel “Omnibus”.

Prima di procedere con la lista, tuttavia, vorrei cercare di dare risposta a chi si chiedesse come mai alle storie in questione non viene concessa una chance in libreria.
Al di là della scarsa domanda del pubblico, il problema riguarda probabilmente i diritti d’autore. Come chiarito a questo link da Bob Greenberger, ex responsabile delle collected editions dell’allora corte di Paul Levitz:

DC pays a royalty based on a percentage of the cover price to writers, pencillers, and inkers to all material published prior to 1976 and after 1997. For the period in between, the vouchers that were in use called for a set reprint fee to be paid. In some cases, the amount of contractually obligated reprint fees makes the budget for a proposed collection unprofitable. In those cases, DC will either scrap the project or ask the talent involved to waive the reprint fee in lieu of the standard royalty arrangement. If the parties agree, then everyone benefits.

In altre parole, la produzione DC edita tra il 1976 e il ’97 rientra in un accordo in base al quale la sua eventuale ristampa andrebbe retribuita agli autori originali secondo una tariffa fissa. Contratriamente al resto, che frutta invece a chi di dovere una percentuale sul prezzo di copertina.
Non si tratta di una differenza da poco: di fonte alle previsioni di vendita, la famigerata cifra fissa di cui sopra – che pure sarebbe possibile rinegoziare – può non essere ritenuta una spesa accettabile. Come appunto, purtroppo, pare sia nel caso della Legione. Speriamo che, prima o poi, queste condizioni cambino! (altro…)

Legione straniera: “A Legião dos Super-Heróis” EBAL

mercoledì, aprile 21st, 2010
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Ispirato dall’azzeccatissimo regalo di un amico viaggiatore (grazie ancora, Giorgio!), ho deciso di imbarcarmi in una nuova ricerca web sul tema delle edizioni internazionali della Legione. In particolare, questa volta la mia indagine ha voluto tracciare una cronistoria delle pubblicazioni legionarie della EBAL, storico editore di fumetti attivo in Brasile dal 1945 all’83.

L’Editora Brasil-América ha dato spazio alle avventure della Legione fin dagli anni Sessanta, all’interno delle ammiraglie dedicate a “Super-Homem” (Superman, edito dal ’47), “Supermoça” (Supergirl) e “Superboy” (titolare, come la sua controparte adulta, di ben due testate: una eponima e “Superboy-BI”).
Il positivo riscontro da parte del pubblico induce presto la publishing house fondata da Adolfo Aizen a donare a Cosmic Boy e soci la chance di una collana tutta per loro. Nel settembre-ottobre del ’68 viene così varata “A Legião dos Super-Heróis”: dopo due corpose uscite bimestrali di 68 pagine, dal gennaio dell’anno seguente la serie è promossa alla mensilità, nella foliazione a 34 facciate che ne caratterizzerà il resto della vita editoriale (chiude nel dicembre 1971).
Gli albi, spillati e in formato comic book, sono stampati in bianco e nero e spiccano agli occhi di un lettore italiano per il lettering realizzato con caratteri tipografici, così lontano sia dalla versione originale che dall’uso dei fumetti nostrani.
Nei suoi 38 numeri (a questo link è possibile ammirarne le splendide copertine), la collana esaurisce praticamente tutto il materiale legionario esistente fino ad allora, veri e propri classici della Silver Age firmati da autori del calibro di Edmond Hamilton, Jim Shooter e Curt Swan.

Un prato di storiche copertine della EBAL, nel classico "formatinho"

Un prato di storiche copertine della EBAL, nel classico "formatinho"

Complice la crescente concorrenza di media emergenti come la televisione, negli anni ’70 la EBAL inizia a vivere un declino che, nel decennio successivo, culminerà nella definitiva scomparsa dalle edicole dell’editore carioca.
In risposta alla crisi, dal 1975 il formato delle riviste EBAL viene ridotto: lo storico taglio “americano” lascia il posto al cosiddetto “formatinho”. In questa nuova veste, le storie della Legione trovano ospitalità in appendice a titoli come “Superman” (1976) ed “Edição Extra”, quest’ultimo dedicato a tutti quei franchise che non potevano contare sullo spazio di una collezione ad hoc. È in questa fase che iniziano ad apparire le prime storie di “Superboy” illustrate da Dave Cockrum, che negli Stati Uniti segnarono la definitiva ascesa dei personaggi della Legione.
La pubblicazione di queste magiche avventure prosegue, a partire dal giugno del 1977, su una nuova collana di Superboy, in formatinho. Questa volta, come è possibile constatare dalla galleria di copertine riprodotta a questo link, la corsa dura solo sette numeri, ma memorabili: si stanno attraversando alcuni dei momenti chiave del mythos legionario, dagli esordi dello sceneggiatore Cary Bates all’avvincente “Earthwar” di Paul Levitz, Jim Sherman e altri.

Siamo ormai quasi agli sgoccioli della lunga cronistoria EBAL, e dall’agosto 1978 la Legione continua il suo cammino in coda a “Superduplas” (il titolo si riferisce ai team-up della fetaure principale, “The Brave and the Bold”), dove vengono presentati, oltre al resto del primo ciclo levitziano, i primi episodi scritti da Gerry Conway.
La serie termina col numero 24 (luglio 1980), lasciando incompleta la battaglia tra l’equipe futuribile e il mostruoso Legionario Composito; per vedere la conclusione di questo epico scontro, ad opera di Conway ed Estrada, i lettori brasiliani dovranno attendere l’uscita di “Superboy” 5^ serie #16 (1982).
L’ultima apparizione della Legione a marchio EBAL, infine, risale a “Superman” formatinho #71, datato marzo-aprile 1983. Il testimone di licenziatario DC passa quindi alla Editora Abril: ma questa, come si suol dire, è un’altra storia.

Pur non avendo vissuto in prima persona l’epopea di questa vera e propria Corno carioca, è inevitabile provare almeno un pizzico di nostalgia nel riscoprire i vecchi albi EBAL. Chissà quante vite avranno accompagnato, e quanti sogni alimentato: gli stessi, magari, di tanti altri lettori che, in tutto il mondo, sono cresciuti con le medesime avventure dell’Uomo d’Acciaio e dei suoi compagni d’avventura dal futuro.

Un ringraziamento speciale agli autori del blog Zona Franca Comics, da cui ho reperito la gran parte delle informazioni di questo articolo.

Addio a Dick Giordano

domenica, marzo 28th, 2010
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Legion of Super-Heroes (vol.II) #259

Legion of Super-Heroes (vol.II) #259

Ieri, sabato 27 marzo, ci ha lasciato uno dei nomi più importanti del grande libro della DC Comics: quello di Richard Joseph “Dick” Giordano.
Classe 1932, Giordano è stato Vice Presidente ed Editore Esecutivo della publishing house di Superman e Batman dal 1983 al 1991, negli anni di “Crisi sulle Terre Infinite”, “Il Ritorno del Cavaliere Oscuro” e “Watchmen”; ma è forse ricordato maggiormente dai lettori per la sua carriera di disegnatore e, soprattutto, di inchiostratore dal pennello corposo e pulito.

La carriera dell’artista newyorkese si è incrociata spesso con i personaggi della Legione (un elenco ragionato di tali incontri è a questo link), come dimostra ad esempio la storica copertina riportata sulla destra (1980), prima di una lunga sequenza di immagini con la quale Giordano inaugurò i frontespizi dello storico “volume II”. In quel periodo, le avventure di Mon-El e soci erano realizzate da Gerry Conway e Joe Staton.

Il sito Newsarama ha raccolto le parole di alcuni colleghi che hanno voluto ricordare l’amico scomparso. Tra tutti i messaggi pubblicati, mi accontento di citare quello di Marv Wolfman, che mi pare fornisca un ritratto particolarmente sentito e personale del compianto Giordano:

For those of us who came into the business circa 67-69 Dick was vitally important. He and Joe Orlando were the only two editors at DC who would even look at young talent and that includes almost everyone who today is close to social security age. There was a pervading suspicion about us young ‘uns back then, what with our long hair, jeans and tee-shirts and no jackets and ties, and although we didn’t fully get it, Dick was only 15 years older than us and didn’t have that problem. Even when there was some blacklisting, Dick continued to quietly feed us work. Dick’s strength as an editor was giving you freedom to try things and encouraging you to do what you thought best, and then focus you if you went too far off. He seemed to have a hand’s off approach, unlike anyone else up there, and the quality came out in the books. But his real strength was he was on your side and guided you when we needed it. That isn’t hyperbole; it’s just the facts. On top of that, Dick was a good guy to be around. As with everyone you can find downsides, too, but most of us who started out back then, when there hadn’t been a newcomer to DC since the 40s, would not have made it if it weren’t for him and Joe.

If you think about the legion of creators who started at DC back then, and look at their list of accomplishments and creations, know that they could have only happened because Dick, and Joe, were willing to look outside the box when nobody else would. His legacy is not only his art, but the tens of thousands of comics done by his creative children.

So long, Dick!

Addio a George Tuska

mercoledì, ottobre 28th, 2009
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Tavola da Superboy (vol.I) #172, disegni di George Tuska

Tavola da Superboy (vol.I) #172, disegni di George Tuska

Lo scorso 15 ottobre ci ha lasciati, alla veneranda età di 93 anni, il grande George Tuska. Lo storico artista, la cui carriera ha germogliato negli anni pioneristici della golden age, è ricordato con stima e affetto, oltre che da messe di lettori, anche da colleghi come John Romita Sr, che ne rimpiangono le doti di artista veloce e malleabile (fonte: Wikipedia).

Il nome di Tuska è legato soprattutto a quello della Marvel Comics, editore per il quale il penciller di Hartford, Connecticut, ha illustrato centinaia di tavole di “Iron Man”, “X-Men”, “Power Man” e di molti altri personaggi. Ma egli ha collaborato anche con la DC, specie nell’ultimo trentennio di attività, lavorando occasionalmente anche alle avventure della Legione dei Super-Eroi.
Nello specifico, per quanto riguarda l’ambito legionario, sono a lui accreditate le pagine di: Superboy (vol. I) nn. 172, 176, 183 (1971 – 72, testi di Cary Bates); Superboy and the Legion of Super-Heroes nn. 235 (1978, Gerry Conway); Legion of Super-Heroes (vol. II) nn. 308 (1984, Paul Levitz e Keith Giffen); Tales of the Legion of Super-Heroes nn. 314, 315, 316, 317 (1984, Paul Levitz, Keith Giffen e Mindy Newell).
Tuska ha inoltre disegnato la figura di Star Boy sulla storica copertina di Legion of Super-Heroes (vol. II) #300 (1983).

Per un maggiore approfondimento, rimando a questo lungo articolo dello storico del fumetto Tom Spurgeon. I non anglofoni dovranno invece accontentarsi di quest’altro pezzo, meno accurato, pubblicato sul sito web del quotidiano La Stampa.

Un tuffo nel passato con Conway e Grell

lunedì, giugno 22nd, 2009
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Come una mareggiata che schianta sulla riva mementi recuperati da quel grande archivio di oggetti e ricordi che è il fondo del mare, anche la blogosfera ogni tanto riporta a galla curiosità e chicche dal passato. È il caso di due aneddoti Legion-related (ri)apparsi in rete negli ultimi giorni e che vado immediatamente a segnalare anche in questa pirotecnica sede.

Nella sua rubrica Comic Book Legends Revealed, Brian Cronin ha ripercorso i lunghi e faticosi tentativi da parte di Mike Grell, storico artista della Legione nei primi anni ’70, di inserire un personaggio di colore all’interno del franchise futuribile DC Comics.
L’episodio, ben riassunto in un articolo colmo di illustrazioni, è di un’amara ironia per noi lettori di oggi, che col senno di poi possiamo pensarci sopra dall’interno di una società sempre più multirazziale:

Un'immagine del legionario Tyroc

Un'immagine del legionario Tyroc

When Mike Grell became the new regular artist of the Legion of Superheroes (which appeared in Superboy and the Legion of Superheroes) in 1974, there was something that he noticed that troubled him a bit.
In the future world of the Legion of Superheroes, there did not seem to be any black people.
So a few issues into his run as the artist on the book, Grell took a new Science Police character that Cary Bates was introducing in Superboy and the Legion of Superheroes #207 (who appeared to be a one-off character), and drew him as a black man.
However, editor Murray Boltinoff told Grell that they were already planning on having a black character show up in a few months, so Boltinoff then had the character Grell intended to be black just colored white, instead.

Grell continued to pester Boltinoff over the next few months, “So, when are we going to get this black character you said we would?” until finally, Grell got his wish….and probably wished he didn’t.
Superboy and the Legion of Superheroes #216, from late 1974, tried to explain why there didn’t seem to be any black characters in the world of the Legion of Superheroes.
You see, they all lived on an island that, like Brigadoon, would disappear from this dimension for years at a time. And Tyroc was their resident superhero.

Grell, naturally, did not take kindly to the idea that the first black superhero in the Legion (heck, Tyroc predated Black Lightning, even!) was a separationist! As a result, he tried to make Tyroc look as goofy as he could.
Later writers tried to redeem the Tyroc character a little bit (Keith Giffen even made him President of New Earth in the Five Years Later Legion!).

Strano come un fumetto come quello della Legione, uno dei cui punti forti è proprio la serena integrazione tra le diverse culture dei protagonisti, sia giunto così tardi e così goffamente a toccare il tema della discriminazione razziale. Grazie al cielo, la storiografia della serie vedrà momenti molto più riusciti sotto questo fronte, fino al culmine dalle recenti storie realizzate da Geoff Johns e Gary Frank sulle pagine di “Action Comics”.

Il sempre puntuale Legion Omnicom riporta, infine, una serie di messaggi rilasciati su Twitter da parte di Gerry Conway, nome storico del comicdom statunitense e autore di numerose avventure di Cosmic Boy e soci, in un lungo ciclo di storie che vide la luce più o meno ininterrottamente da “Superboy and the Legion of Super-Heroes” #248 (1979) fino al numero #276 (1981).
In breve, lo sceneggiatore newyorkese ha confessato alla rete una estrema sensibilità alle critiche, spesso esagerate, esposte al suo lavoro da parte dei navigatori del web. La produzione di Conway è in effetti molto altalenante, come egli stesso confessa riferendosi anche alla sua infelice parentesi legionaria.
A sottolineare l’assurdità del rampante social network, che permette di pubblicare solo messaggi non più lunghi di un sms, Conway ha dovuto frammentare in numerose “puntate” il testo delle sue considerazioni. Per favorirne la leggibilità, io ho ricomposto il tutto in un flusso compatto:

I need to remember: don’t read reviews or comments on stuff I write. No matter how many positive comments, all I see are the negative ones. I mean, great baseball hitters miss two out of three times at bat, and that’s considered a great average. Writers and artists, though… We’re expected to bat a thousand every time. And when we don’t, we get slammed as “hit or miss.” Well, duh.
My problem is I wrote too much when I was writing comics. Twice as much as most other writers, on average. Five, six titles a month.
I like to think most of it was pretty good. I think I wrote as many good stories as the best writers working at the time. Unfortunately, I also wrote a lot I wasn’t happy with. Didn’t hit a home run every time at bat. Sometimes just a base hit. Sometimes a strikeout.
But some readers only see the strike-outs. A 100+ issues of JLA, and all they remember are the Detroit stories. Sheesh. A solid run on Batman and Superman, and all they wanna talk about is how I sucked writing Legion. But you know what’s sick? I listen to them! Five great reviews, a dozen compliments from happy fans, and all I hear is the snarky guy who calls me old school.
Yeah, I know, but this is why I shouldn’t read reviews or commentary. I ain’t got no perspective. Sheesh. Thanks, geek! I know I’m too hard on myself. But what people think really does matter to me. Sigh. You’d think, at my age… 😉
Thanks for the support, guys. Guess I just needed to blow off some steam. Fssttt.

Stai su, Gerry!

Addio a Ric Estrada

domenica, maggio 3rd, 2009
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Il sempre informato Mark Evanier riporta con amarezza la scomparsa del cartoonist Ric Estrada, avvenuta lo scorso primo maggio a Provo, UT.

L’artista cubano, classe 1928, aveva partecipato saltuariamente al mythos legionario, illustrando i primi 11 episodi dello spin-off “Karate Kid” (1976-77) e svariati altri delle serie regolari propriamente dedicate alla Legione: nello specifico, le sue matite hanno illustrato i nn. 232 e 234 di “Superboy and the Legion of Super-Heroes” e il #261 di “Legion of Super-Heroes” (vol.II), tutti sceneggiati dal veterano Gerry Conway (grazie al Legion Omnicom per la lista).
Ecco come Evanier definisce il rapporto di Estrada con quelli ed altri lavori a fumetti da questi realizzati negli anni Settanta:

Most of his comic book work was done in the sixties and seventies for DC, primarily on romance and war comics. But there was a period where (against his preference, he said), he was assigned to super-hero titles, primarily as a “rough penciller.” Ric didn’t like super-heroes and didn’t feel he had the flair for them, and he also didn’t like producing anything less than finished artwork. […]

He did not feel capable of producing the kind of tight pencil art that most other artists did for such assignments so, on mutual agreement with his editors, he did something looser. He was paid less than if he’d done complete pencil art and his understanding was that the other artists who finished the work would be paid extra. Years later, Ric was extremely upset to learn that several of those artists weren’t paid the higher rates, and that they resented Ric for not doing his portion of the work. A sensitive man, he apologized to at least one of the “finishers,” who accepted Ric’s explanation and declined an offer of money right out of Ric’s own pocket.

Despite the grief it caused him and his own dissatisfaction with the work, it was often quite wonderful…though not as grand as when Ric was allowed to be Ric.

My deepest condolences to Estrada’s family and friends.

Immagine da Karate Kid #1 (1976), disegni di Ric Estrada e Joe Staton

Immagine da Karate Kid #1 (1976), disegni di Ric Estrada e Joe Staton