Nei miei ultimi articoli sto discutendo spesso di storytelling, nel senso di quella capacità da parte di un artista di scandire con chiarezza ed efficacia una sequenza narrativa attraverso un linguaggio visivo, come ad esempio quello del fumetto o del cinema.
Purtroppo, in questo caso le mie osservazioni non nascono dal solo interesse per l’argomento, ma dalla necessità di vivisezionare analiticamente le tavole realizzate da Kevin Sharpe per gli ultimi numeri di “Adventure Comics”, che a mio avviso potrebbero alimentare un vero e proprio manuale su come non comporre delle pagine a fumetti.
Tuttavia di artisti cani, e magari pure raccomandati, il comicdom è sempre stato pieno: quello che mi sorprende davvero di tutta la faccenda è piuttosto che sceneggiatore ed editor non sembrino muovere un dito di fronte all’abominevole produzione di Sharpe, la cui opera non mostra alcun miglioramento da un episodio all’altro. Possibile che nè Levitz nè Cunningham abbiano dei consigli da elargire al palesemente inesperto collega?
Incuriosito da questi interrogativi, ho pensato di interpellare un altro professionista del settore, Kurt Busiek (“Astro City”, “Superman”), che sul forum di Comic Bloc usa ai suoi lettori la gentilezza di rispondere alle loro domande su quasi ogni argomento.
Chiaramente, non potevo pretendere dal diplomatico Busiek una risposta specifica sul caso Sharpe. Così, ho preferito chiedergli di commentare in linee generali il tema del rapporto tra scrittore e penciler, a cominciare da cosa può fare uno sceneggiatore nel caso in cui notasse per tempo errori di storytelling da parte del disegnatore:
If it’s a work for hire book, you bitch about it to the editor, and he’ll either ask for repairs or he won’t, but it’s the company’s call.
If it’s a creator-owned book, then theoretically at least, you satisfied yourself that the guy could tell a story before signing him up. But if there are storytelling mistakes, you either get them fixed or write around them as best you can.
A proposito dell’importanza dello storytelling per gli addetti ai lavori, infine, Busiek ha così risposto:
In theory, yes. In practice, it depends on the creator or editor. And it’s possible they care but just disagree with you on what works well.
Ringrazio nuovamente l’esauriente Kurt per la sua estrema disponibilità, e per avermi fatto comprendere meglio come vanno le cose nel dietro le quinte.
Di fatto, però, le parole di Busiek confermano ciò che già immaginavo, e cioè che il rapporto tra i vari elementi del team creativo può essere, all’occorrenza, sinergico anche nel caso di produzioni mainstream come i comics DC. Tempo e voglia permettendo, sceneggiatore ed editor possono discutere criticamente il lavoro di chi si occupa del versante grafico. E magari correggerlo. Sempre che, in primo luogo, abbiano il gusto e la competenza necessaria per farlo.
Tags: Adventure Comics (vol.III), Brian Cunningham, Kevin Sharpe, Kurt Busiek, Paul Levitz