Per quanto riguarda le uscite di ottobre 2009, mi sono ritrovato ad averle recensite in un post a dir poco chilometrico. Per non tediare più del necessario i miei pazienti seguaci, ho così deciso di troncare in due l’articolo monstre: oltre a quello che state leggendo, che raccoglie le comparsate non-regolari, ne troverete online un altro nel giro di qualche giorno. Siateci!
Inevitabile iniziare con uno sguardo a Final Crisis: Legion of 3 Worlds HC (del 21/10), raccolta deluxe della celebre miniserie uscita a cavallo tra il 2008 e il 2009. Su questo prodotto, ottimamente illustrato da George Pérez e Scott Koblish, ho già speso molte parole, ma vale la pena approfittare dell’uscita dell’hardcover per tirare le somme in un’unica, rapida, review.
Come aperitivo, un breve accenno alla trama. Superboy Prime, malvagio alter-ego alternativo dell’Uomo d’Acciaio, ha radunato un’assemblea di tipacci, con i quali sta mettendo a ferro e fuoco il mondo del 31secolo. Per risolvere il grave problema, la Legione dei Super-Eroi ha richiamato a sua volta un aiuto dal Multiverso, nella forma delle Legioni alternative di Terra-247 e Terra-Prima. Seguono pesanti mazzate.
Ritengo che questo fumetto incarni perfettamente i “segni particolari” del suo sceneggiatore, il prolifico Geoff Johns. Da un lato, manciate di idee e una buona capacità nel rendere le emozioni dei personaggi. Dall’altro, una passione personale di base che funge da carburante alla scrittura ma che, allo stesso tempo, finisce per assumere un peso eccessivo nei confronti della trama. Calpestando, a mano a mano, molte delle trovate introdotte in prima istanza, quando il cuore da fanboy era ancora sotto controllo.
Lo scontro tra queste due anime, il professionista e l’appassionato verace, è in un certo senso il tema al centro di “Legion of 3 Worlds”. Nell’ottica della saga, gli stessi legionari si potrebbero definire come dei “fan rispettosi”; fan, ovviamente, di Superman, del quale seguono fedelmente l’eredità etica di tolleranza. D’altronde, il team futuribile è stato rappresentato come un vero e proprio club di appassionati fin dalla sua prima apparizione, nel 1958. Di contro il malvagio Superboy Prime, immagine tipo del lettoraccio che non solo non accetta un’opera nella quale non si riconosce ma nutre sentimenti distruttivi verso tutto ciò che non lo rispecchia.
Il messaggio, dunque, è fortemente metaletterario, sulla scia dei precedenti capitoli dell’epopea del villain di Earth-Prime (vedi soprattutto “Infinite Crisis”). L’ascesa di quest’ottica, però, è vissuta dal fruitore del racconto come un allagamento improvviso. Che, inesorabilmente, affoga nel finale i vagiti dei primi capitoli, dove “Legion of 3 Worlds” appare concepita con tutt’altre intenzioni comunicative. Quella che parte come una riflessione sulla necessità socio-morale di una Legione, termina inaspettatamente come un pretestuoso patchwork story-oriented. Anzi, continuity-oriented. E tutte le belle considerazioni dell’inizio, come svanite nel nulla. Ouch. La sensazione è che manchi davvero un percorso diegetico coerente, oltre purtroppo a quello, facile e banale, del “nerdgasm”.
Per un commento più approfondito sulla conclusione dello spin-off legionario di “Final Crisis”, rimando a questo mio vecchio articolo.
Concludo segnalando che, rispetto alla prima edizione in albetti, nel volume non è presente alcun extra e nemmeno uno straccio di introduzione. Che sforzo!
Il ritorno sulla breccia della Legione pre-Crisis è cementato da un’altra novità ottobrina, Superman: Secret Origin #2 (28/10), illustrato dal favoloso Gary Frank e scritto dal solito Johns.
Quest’albo, da inserirsi all’interno di una più vasta ristrutturazione delle origini dell’Uomo del Domani, reintroduce nella storiografia dell’alter-ego di Kal-El gli exploit giovanili come Superboy, punto fermo di Golden e Silver Age fino all’accantonamento nel revival byrniano degli anni ’80.
La storia riprende pari pari gli scorci del primo incontro tra il giovane Clark Kent e i tre fondatori della Legione (Saturn Girl, Cosmic Boy e Lightning Lad), già mostrati da Johns e Frank a cavallo dei numeri nn. 858-863 di “Action Comics”, in una sorta di “versione estesa” dell’evento.
L’albo si lascia leggere con piacere, ma rispetto alla trattazione su “Action Comics” Johns compie a mio avviso un piccolo grande errore di composizione. Se nella saga del 2007, infatti, l’ingresso dei legionari nella vita del Ragazzo d’Acciaio era baricentro, anche emotivo, di tutta la vicenda, in questo caso sembra più che altro un fatto di cronaca da sottolineare “per dovere”. Al ritorno di Clark dal futuro, infatti, la storia procede come se nulla fosse verso altri lidi, annullando ogni possibile velleità autoriale di attribuire un focus tematico all’episodio. Ancora una volta, ritrovo in Johns il difetto di una pianificazione distratta. Siamo comunque ben lontani dai livelli di seccante autoreferenzialità stracciapalle di “Legion of 3 Worlds”.
Concludo con una menzione al volo per Legion of Super-Heroes: Enemy Rising TP (28/10), di Jim Shooter e Francis Manapul, che ripropone in versione più cheap il volume già uscito qualche mese fa come cartonato. Si tratta di un blocco di episodi estratti dal famigerato “volume V”, con protagonista la Legione di Earth-Prime. Lettura amena ma personaggi, a mio avviso, poco sopportabili. Consigliato solo ai fan hard-core.
Tags: Cosmic Boy, Final Crisis: Legion of 3 Worlds, Francis Manapul, Gary Frank, Geoff Johns, George Pérez, Jim Shooter, Legion of Super-Heroes (vol.V), Lightning Lad, Saturn Girl, Scott Koblish, Superboy I (Clark Kent), Superboy Prime, Superman: Secret Origin
Posso fare una precisazione nerd?
Tanto devi autorizzare la risposta, quindi se non posso non me la pubblichi, senza che sto a chiedere 😛
E’ tornato Superboy? Nì. Che cazzo vuol dire “nì”? Nè sì e nè no. Perchè? Perchè è vero, Clark veste i panni di Superman fin da giovanissimo, va nel futuro sempre col famoso costume, si sposta per Smallville sempre con lo stesso costume (idea piuttosto scema dato che a) lo odia e b) gli si raccomanda di non farsi vedere, allora perchè usare un costume così vistoso?)… Ma a parte nel titolo, dove comparare la scritta “Superboy”? Da nessuna parte, nessuno lo chiama così, nè gli amici del futuro e nè i genitori nel presente.
Ecco spiegato il mio “nì”. A me sembra più che altro un giovane Superman che si diletta a fare quello che una volta cresciuto, sarà il suo credo.
figurati se non ti pubblico 😛
a me non sembra scemo che il giovane clark vada in giro con un costume che odia, anche se vistoso. perchè comunque lo fa per questioni di riconoscibilità: pensa alla scena in cui salva il padre di lex, alla stazione di polizia non ci crede nessuno che il vecchio sia stato salvato da un ragazzino col mantello e cazzi vari.
il nome “superboy” viene utilizzato nei titoli alla fine del #1 :-p