I reboot della Legione: cosa gli autori dicevano allora (prima parte)

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Mark Waid è un po' confuso dai reboot

Mark Waid è un po' confuso dai reboot

La lettura dell’ultimo comunicato stampa di Bob Wayne, inviato ai comics shop americani per anticipare loro le modalità distributive che i fumetti DC adotteranno da settembre, mi ha ricondotto alla mente alcune dichiarazioni rilasciate dall’ambiente dell’editore newyorkese ai tempi dei precedenti reboot legionari.
In particolare, a colpirmi è stata la seguente frase di Wayne:

And by the way, let me just reiterate this point: this is the launch of the New DCU. It is not a “reboot.” I think you will soon discover why that is.

Come i frequentatori di questo blog ricorderanno senza dubbio, al di là delle manipolazioni che la continuity del DC Universe ha subìto negli anni dal 1985 in poi la Legione è stata protagonista di ben due reset ad hoc, avvenuti rispettivamente nel 1994 (in occasione del crossover “Zero Hour”) e nel 2004.
E in entrambe le occasioni, – come già, in parte, ai tempi dell’amata-odiata storyline “5 Years Later” di Keith Giffen (1989) – il deus ex machina è stato Mark Waid, sceneggiatore ed editor più noto per l’acclamata miniserie “Kingdom Come” (1996).
Grazie alla glaciale memoria di internet – nel ’94 in rete già proliferavano le prime community di fan – ho recuperato una serie di interviste e messaggi d’epoca da parte di Waid, dai quali ho selezionato frammenti chiave raccolti e commentati in questo e in un secondo articolo di prossima pubblicazione.
L’esperienza di rileggere quei brani con ancora fresche nella mente parole come quelle che Bob Wayne e il resto della compagine DC stanno spargendo nel web come polline in primavera, è assai affascinante e può generare nella testa di un aficionado inattesi corto circuiti… di involontaria ed amara ironia.

Il primo testo che ho setacciato per la mia ricerca, diffuso online il 29/6/1994 nientemeno che da Kurt Busiek, è un collage di risposte cucinate da Mark Waid a beneficio un gruppo di fan imbufaliti dagli eventi Legion-related di “Zero Hour”.
Tra le prime righe, spicca subito a mio avviso questa breve sequenza:

This drastic change was my choice, and DC chose to back me. I don’t want to gain new readers as the *expense* of older ones, either. The best gambit, in my opinion as well as yours, is to appeal to both. But Legion *gets* no new readers. They haven’t for *years.* Fandom in general considers Legion to be a “private club”; the reason LEGIONNAIRES tanked so horribly was because new readers were asked to follow a history that made *absolutely no sense.* The Legion’s been ailing for some time, James. We’re not pulling the trigger…we’re pulling the plug. I’m just as sorry as you to see it go, but if we rebuild carefully enough, none of it has to be gone forever.

Lo sfogo di Waid nei confronti del “volume four”, – e cioè delle storie subito antecedenti il reboot del ’94 – mi ha un po’ stupito, visto che, come accennavo, egli fu tra i padri fondatori del ciclo giffeniano, poi proseguito con minor verve da Tom McCraw e da altri.
Stando all’estratto riportato in basso, tratto dalla pagina della posta di “Legion of Super-Heroes” (vol. IV) #3, Waid sarebbe stato addirittura l’ideatore dello stesso, controverso, concept della serie, – che vedeva Cosmic Boy e soci allo sbando dopo un gap narrativo di 5 anni dal ciclo del precedente autore, Paul Levitz – poi evolutasi a suo dire in una presunta “history that made absolutely no sense”:

No, our decision– and the idea started with me, so I’ll take the heat– was predicated solely and completely by a desire to leave intact and inviolate one of the most personal, and beloved bodies of work in comics history: Paul Levitz’s LEGION. And while everything that we, the new creative team, hope to accomplish with this book is based in some part on the rich and lasting heritage that Paul and his predecessors have left behind, we elected to distance our series from it by taking the Legion five years further into the future and giving it a fresh start.

A onor del vero, la penna di Hueytown, Alabama, non rimase coinvolto a lungo nel progetto, del quale fu il primo editor, lasciando dopo pochi mesi la poltrona al collega Michael Eury.
Tuttavia, dubito che egli non conoscesse fin dal principio i piani dell’autore Keith Giffen, – il quale, stando a successive interviste sull’argomento, pare avesse sempre avuto le idee chiare sulla direzione della trama – che avrebbero condotto dopo poco più di un anno dall’abbandono di Waid all’introduzione di quegli elementi così “confusionari” e “insensati”, come la presenza in scena di due Legioni, una delle quali composta da cloni del team versione Silver Age.
La contraddizione appena esposta, – oltre che probabile spia del carattere del personaggio Waid – è a mio avviso, soprattutto, ottima testimone dell’amabile portineria che è il villaggio fumetto.
Al prossimo rimpasto dei vertici di DC Entertainment, tenete l’orecchio al suolo: sono certo che gran parte delle attuali sviolinate verso il “renumbering” post-Flashpoint, – al di là degli effettivi pregi che esso potrà o meno dimostrare nel tempo – cambieranno decisamente musica.

Tuttavia, sbrodolate a parte, il post di Busiek ci regala un’altra importante citazione waidiana, questa volta relativa ai contenuti del reboot post-Zero Hour rispetto alla continuity precedente:

Greg: <Does this mean that Every Single 20th Century Story with the LSH in it no longer exists? Or will those stories still have happened, with visitors from a timeline that was eventually destroyed?>

I think that it’s a situation much like the post-Crisis one — those past stories may have happened differently. This time, though, they intend to learn from past mistakes and not let that loophole screw things up — this is the reason they’re starting from the beginning, rather than saying, “Well, there were 30 years of history and some of it’s the same and some of it’s different but you can expect it was pretty much the same until we tell you that Saturn Girl’s married to Proty, er oops.” The history will unfold, and you’ll get to see what happened the same and what happened different. And you’ll be able to trust it.

[Unless, of course, they do ZERO HOUR II in ten years, but I can’t guarantee _everything._]

Il rilancio cui l’Universo DC andrà incontro da settembre dovrebbe seguire, o almeno così pare, le orme di “Crisi sulle Terre Infinite”, la saga che ribaltò per la prima volta la continuity di quel cosmo narrativo: le storie di alcuni character saranno azzerate e ripartiranno come se fossero iniziate in quel momento, mentre altre daranno per scontati a livello di background gli eventi di “pietre miliari” della gestione precedente (sarà quest’ultimo, ad esempio, il caso di Batman e Lanterna Verde).
Si tratta senz’altro di un approccio inutilmente complesso e caotico, che susciterà enormi grattacapi sia tra i lettori che tra gli stessi autori — come riconosciuto appunto, in tempi non sospetti, da Mark Waid, esperto di reboot. ‘Nuff said.

Per inciso, caro Mark, meno male che su quest’ultima parentesi non hai scommesso dei soldi — o almeno lo spero! La storia, è proprio il caso di dirlo, si ripete sempre: l’unica certezza è solo questa. E così è accaduto, infatti, dieci anni più avanti… [Continua]

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