Posts Tagged ‘Mark Waid’

I reboot della Legione: cosa gli autori dicevano allora (seconda parte)

martedì, giugno 7th, 2011
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Daniele Capezzone del PDL (a destra) e il suo pupillo J.M. Straczynski (a sinistra)

Daniele Capezzone del PDL (a destra) e il suo pupillo J.M. Straczynski (a sinistra)

Seconda e ultima parte del mio collage di citazioni risalenti ai passati reboot della Legione: in che modo le parole degli autori di allora si specchiano con quelle dei colleghi di oggi, che da settembre saranno a loro volta artefici di un reset generale del DC Universe?

Nello scorso articolo, avevo esaminato alcune frasi scritte da Mark Waid ai tempi di “Zero Hour”, del 1994. Dieci anni dopo la storia si ripete, e la continuity legionaria viene nuovamente azzerata — dallo stesso sceneggiatore!
Questa volta però – lo leggerete fra qualche riga con parole di Waid – le condizioni sono molto diverse: la richiesta di rifare tutto non sgorga da un’esigenza dello staff creativo, ma un diktat provieniente dall’alto.
Ecco una citazione salvata a suo tempo da un’intervista edita dal sito Wizard Universe, ormai scomparso dalla rete:

Wizard: Having worked on several previous incarnations of the Legion of Super-Heroes, do you think your take on the team will be a major departure from what we’ve already seen?

Mark Waid: It’s my job to come along every ten years or so and write the last Legion story and then start all over again. I don’t to see it as a completely new take because the goal was to strip everything down, back to the basic concept. It’s a bunch of kids having super-heroic adventures in the far future. It should be fun and bright and high-spirited. That said it’s a pretty radical departure from anything we’ve done with the Legion so far. But what I feel good about is that (classic Legion writer and DC exec) Paul Levitz gives me the thumbs up and says “go forth and do”, this is exactly what we’re looking for. We can start anew without discounting things like Impulse’s connections to the 31st century, Barry Allen living there his last years, all that will be accounted for. But basically, the idea was to pretend as if we were inventing the Legion today, as opposed to continually trying to make something that was created in 1958 work for an audience of the 21st century.

Questo estratto è una piccola gemma di pubbliche relazioni — resta solo da stabilire se nel bene o nel male.
L’intervistato inizia dicendo che “l’obiettivo era di riportare tutto al concept originale” della serie, che per chi non lo sapesse si basa su personaggi nati nel lontano 1958; tuttavia, dopo poche righe, mette già le mani avanti, aggiungendo che la nuova collana si “distanza in maniera abbastanza radicale da quanto visto finora”.
Ma insomma, il concept è storico o originale? Non è così importante farlo capire, quanto dare l’impressione di accontentare tutti. Il nirvana del paraculo. (altro…)

I reboot della Legione: cosa gli autori dicevano allora (prima parte)

domenica, giugno 5th, 2011
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Mark Waid è un po' confuso dai reboot

Mark Waid è un po' confuso dai reboot

La lettura dell’ultimo comunicato stampa di Bob Wayne, inviato ai comics shop americani per anticipare loro le modalità distributive che i fumetti DC adotteranno da settembre, mi ha ricondotto alla mente alcune dichiarazioni rilasciate dall’ambiente dell’editore newyorkese ai tempi dei precedenti reboot legionari.
In particolare, a colpirmi è stata la seguente frase di Wayne:

And by the way, let me just reiterate this point: this is the launch of the New DCU. It is not a “reboot.” I think you will soon discover why that is.

Come i frequentatori di questo blog ricorderanno senza dubbio, al di là delle manipolazioni che la continuity del DC Universe ha subìto negli anni dal 1985 in poi la Legione è stata protagonista di ben due reset ad hoc, avvenuti rispettivamente nel 1994 (in occasione del crossover “Zero Hour”) e nel 2004.
E in entrambe le occasioni, – come già, in parte, ai tempi dell’amata-odiata storyline “5 Years Later” di Keith Giffen (1989) – il deus ex machina è stato Mark Waid, sceneggiatore ed editor più noto per l’acclamata miniserie “Kingdom Come” (1996).
Grazie alla glaciale memoria di internet – nel ’94 in rete già proliferavano le prime community di fan – ho recuperato una serie di interviste e messaggi d’epoca da parte di Waid, dai quali ho selezionato frammenti chiave raccolti e commentati in questo e in un secondo articolo di prossima pubblicazione.
L’esperienza di rileggere quei brani con ancora fresche nella mente parole come quelle che Bob Wayne e il resto della compagine DC stanno spargendo nel web come polline in primavera, è assai affascinante e può generare nella testa di un aficionado inattesi corto circuiti… di involontaria ed amara ironia. (altro…)

Paul Levitz: “È come a una rimpatriata…”

domenica, dicembre 6th, 2009
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DC Nation del 2/12/2009

DC Nation del 2/12/2009

Mentre sul web esplodeva la notizia di un ritorno en masse della Legione, previsto per marzo (ulteriori informazioni a questo link), la DC Comics apriva anche sul fronte cartaceo una gradita finestra sulla Metropolis del 31esimo secolo.
L’ultima pagina degli albi DC usciti negli States questa settimana, infatti, riporta nella rubrica “DC Nation” un breve articolo di Paul Levitz, futuro regista titolare di “Adventure Comics” (vol. III). L’ex President & Publisher, restituito al ruolo di sceneggiatore dopo lunghi anni da manager, confessa l’emozione di tornare al lavoro alle redini della Legione.
L’articolo, pubblicato anche sul sito ufficiale dell’editore newyorkese a questo link, è corredato da una maestosa immagine della “Great Darkness Saga”, indimenticabile storyline del 1982 con la quale Levitz si consacrò come supremo scriba legionario.

DC Nation: It’s like attending a reunion…
December 2, 2009

…years after you last saw your home town and friends. They’re all familiar, but with a few odd touches…some of the relationships have shifted around, some of the gang don’t quite sound the same, and good lord, the haircuts and the outfits! Except that you’ve been elected to report on everyone for the special reunion website, and you have to figure out what’s happened in their lives. Got the moment captured? That’s what I’m feeling like, coming back to the Legion.

Except that I get to exercise my super-powers as writer, and start screwing up their lives and reality all over again. I’m figuring to start slowly, by destroying a Legionnaire’s home world in “The Scream Heard ‘Round the Universe,” and after I get warmed up, who knows what kind of havoc is possible? Seriously, half the fun of writing the Legion is the ridiculously large cast of characters you can put through their paces—killing them, marrying them, starting adulterous affairs, and all variety of human joys and tragedies. It’s part of what I loved about the book when I was a reader (from the death and resurrection of Lightning Lad on), and even more when I got control over the characters. Then you have the cosmic scope of the adventures (Keith still hasn’t forgiven me for the art direction “the entire population of the planet Daxam rises as one into space” and asking him to do it in a one-fifth page panel.)

Brian Cunningham’s starting to get a nervous twitch when I walk past his office, afraid that I’m poking my head in with another dumb question (how did Quislet get back?) or evil plot to foist on my old favorites. But Dan gets revenge for the whole editorial department—reaching across the hall, saying can you do a DC Nation on coming back to the Legion…it’s not due for a whole 20 minutes? If it’s 22 minutes, have I blown my first deadline back as a writer, Dan?

-Paul Levitz

Che entusiasmo! Ancora una volta, bentornato al vecchio leone del word processor.

Però, ehm, Paul, spero che quella tua frase sul pianeta da distruggere fosse davvero una battuta, perchè negli ultimi anni questo espdiente è già stato sfruttato da cani e porci (in primis Mark Waid, nel suo sfortunato “volume V”). Vabbè che sei stato lontano a lungo lontano dal fronte, però…!

Legione-non-Legione

giovedì, ottobre 29th, 2009
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Variant Cover di "Superman: Secret Origin" #2

Variant Cover di "Superman: Secret Origin" #2

Dopo un paio di settimane senza aggiornamenti, due giorni or sono ho ravvivato il blog con un breve riepilogo sulle ultime, pur scarse, notizie relative ad “Adventure Comics” (vol. III), attuale collana titolare della Legione.
Ultimamente, però, spunti e curiosità sul team futuribile sono giunti anche da altri ambiti, perlopiù riguardanti spin-off e comparsate di Saturn Girl e soci in giro per il DC Universe. Come quella appena pubblicata sulle pagine di “Superman: Secret Origin” #2, di Geoff Johns e Gary Frank, delizioso albo al quale è possibile dare una sbirciata a questo link.

Lo stesso sceneggiatore, già noto agli aficionados per la recente miniserie “Final Crisis: Legion of 3 Worlds”, ha in mente di iniettare una goccia di 31esimo secolo anche nel presente di “The Flash” (vol. IV), sua prossima hit annunciata. Ecco come lo scriba di “Infinite Crisis” e “Teen Titans” ha svelato questo proposito al sito Comic Book Resources:

CBR: Slewo was wondering if we’d see any explanation into why Barry would allow XS, his granddaughter, to live away from him at such a dangerous time, instead of having her live a semi-normal life with him and Iris.

GJ: There are very big plans for XS in the future of the Flash universe. “The Flash” book and the “Kid Flash” book start next year, and the Flash universe is something I’m very committed to, both in comics and film.

Impulse #9

Impulse #9

Per la cronaca, nel passo di cui sopra Johns si riferisce a Jenny Ognats, cugina di Bart Allen/Kid Flash e attuale membro della Legione dei Super-Eroi di Earth-0.
Il tenero rapporto tra questi due giovani velocisti è stato descritto per la prima volta, da un Mark Waid particolarmente ispirato, sulle pagine della defunta serie “Impulse”. Si tratta di storie edite in Italia negli anni ’90 dalla Play Press sulle pagine dello storico mensile dedicato dall’editore romano al Velocista Scarlatto: spulciate fiere e mercatini alla ricerca di questi albi, non ve ne pentirete.

Sul fronte degli spin-off, Tony Bedard ha rilasciato a CBR un’ennesima, banale, intervista nel tentativo di diffondere il verbo di “R.E.B.E.L.S.” (vol. II), sua ultima fatica a fumetti.
Purtroppo, complice una trama quasi sempre soporifera, le vendite della testata non navigano in acque molto tranquille. E in effetti, di fronte a trovate come quella del “nuovo” Starro, non c’è intervista che tenga, la diaspora di lettori è inevitabile. Per questo, come anticipato dalla preview del #9, l’ex editor ha appena aggiunto due nuovi nomi al cast dei protagonisti, quelli di Adam Strange e Capitan Comet. Vedremo presto se tale aggiunta si dimostrerà redditizia oppure no.

Sempre a proposito di “R.E.B.E.L.S.”, si è parlato della sgangherata compagnia di Vril Dox II anche in occasione della Heroes Con 2009. Attenzione agli spoiler!

Moving to Cunningham’s books, the editor joked that while he’s “seriously biased,” R.E.B.E.L.S. is one of DC’s best books. In regards to the upcoming Starro appearances, Cunningham said that despite all of the appearances to date, the real Starro has never been seen, but is basically a Frazetta-style conqueror.

Devo proprio decidermi a scrivere un articolo sulla questione del nuovo status di Starro, appena riassunta nel quote di Brian Cunningham. Un’occasione potrebbe essermi fornita dalla recensione a “R.E.B.E.L.S. Annual”, uscito da pochi giorni e interamente dedicato al, sigh, “conquistatore in stile frazettiano”. Stay tuned.

Interviste su e giù per il tempo: Mark Waid e Dan DiDio

giovedì, aprile 30th, 2009
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In questi giorni, il web ha visto la pubblicazione di due interviste di enorme interesse per tutti gli appassionati della Legione. Entrambe, a loro modo, possono essere paragonate a delle finestre sulla storiografia del franchise fantascientifico della DC Comics. La prima, è uno sguardo al passato; la seconda, al futuro.

In un lungo articolo datato 27 aprile, AICN (edit: link rimosso causa spam) ha confessato lo scriba Mark Waid, professionista di lungo corso nel comicdom supereroico statunitense. Il sito ha approfittato dell’occasione per ripercorrere con Waid tutta la sua ricca carriera di sceneggiatore, ma anche di semplice appassionato. Dal canto suo, l’autore dell’Alabama ha dato gran soddisfazione all’intervistatore e, come d’abitudine, non si è tirato indietro dal parlare con schiettezza, levandosi pure qualche sassolino dalla scarpa.
Tra il 2004 e il 2007, Waid è stato responsabile di quella che a mio modo di vedere è la peggiore parentesi della Legione. Credo sia stato in quella occasione che io lo soprannominai “il malefico trippone”. In sintesi, nel tentativo di rilanciare la serie, egli eseguì un secondo “reboot” alla contiuity legionaria (il primo ebbe luogo nel 1994), proponendo una ennessima – ma soprattutto una pessima – riscrittura da zero del futuro del DC Universe. Ecco cosa l’attuale Editor-in-Chief dei Boom Studios ricorda di quella devastante esperienza:

Il volume con gli ultimi episodi della Legione scritti da Mark Waid. Disegni di Barry Kitson

Il volume con gli ultimi episodi della Legione scritti da Mark Waid. Disegni di Barry Kitson

BM: Was the LEGION OF SUPER-HEROES a difficult property to tackle given the numerous incarnations and histories involved with the team even though you essentially relaunched the book? Was this a book you had always had your sights on?

MW: I’d actually already written it for a while back in ’94. And next to Superman, it’s always been my favorite longtime DC property. Paul Levitz is the only person I’ll allow is a bigger lifelong fan of the Legion than I am. I love everything about their history and know it better than I know my own family’s. Problem was, that history was badly broken. CRISIS ON INFINITE EARTHS and the John Byrne SUPERMAN reboot and a few other storylines had really wrecked the Legion’s continuity beyond repair, and no matter how fast we ran around trying to patch the raft, some other ripple in DC continuity was blowing another hole in it, to the point where Legion history seemed like nothing BUT hasty patches.

The absolute, irrefutable reality was that by the early 2000s, new-reader perception of the Legion was that it was an impenetrable read full of mismatched history that made no sense. You can argue all you like that this perception wasn’t fair or accurate, if you’re so inclined, but it didn’t matter. That was the series’ reputation, and it hardened around the characters like cement. We couldn’t give that book away no matter how good it actually was. In fact, it’s forgotten, but the last time it was relaunched around about 2000 (as THE LEGION by Abnett and Lanning), you could not have asked for a greater promotional push. Wizard Magazine promoted it with giveaways, and they NEVER promote DC. Ads were everywhere, retailer incentives were created…and it was still pretty well D.O.A.

So in 2005, I was asked if I wanted to come aboard, and I felt there were only two ways to go–either try to get back to Silver Age continuity, which was flatly impossible in part because of the ongoing litigation between the Siegel estate and DC over who owned Superboy–or plant a giant flag that said, “Everything starts fresh here, it’s all new, it’s a total reboot and we’re all on the same page, readers and creators.” I chose the latter path, for good or ill. Barry Kitson and I worked out their entire world, including origin material you’ll never see, and (at the suggestion of writer Tom Peyer) rethought the Legion as less of a super-team and more of a political movement. And we got some mileage out of it, and I like what we did.

But now we’re back to what I was saying before–how liquid DC continuity was at the moment. While we were busting our asses to rebuild the franchise (and getting periodic fan notes from Paul Levitz, which were gold to me), a whole different editorial office was allowing Brad Meltzer to undo absolutely all our hard work for one of his JLA stories, which (he’d been told) could star the 1980s Legion, as if ours never existed. I don’t blame Brad at all, but boy, was that mismanaged on all levels–because it was deliberately kept secret from us until it was on the verge of being printed. I would have JUMPED at the chance to play along somehow, thus strengthening a new Legion series that were on about issue four or five of, rather than sending a message that our Legion was just some sort of aberrant fan-fiction. (Yes, I’m still pissed.) Barry and I were dealt with in unbelievable bad faith, which I could have endured, but it wasn’t just about Barry and me; it made DC as a whole just look stupid and uncoordinated, and I still love DC enough to hate when that happens.

Eventually, long after Barry and I finished our run, Superboy was returned to DC and Geoff Johns now has the opportunity to re-re-re-relaunch the Legion as its Silver Age incarnation, and more power to him. On the one hand, I wish we’d had that chance, but the timing wasn’t right and it wasn’t in the stars. On the other hand, I have no regrets because I have to work extra-hard sometimes to convince some readers that I’d much rather move forward than backward.

In sintesi, Waid sostiene di essere stato “castrato” da limiti editoriali di cui, evidentemente, non sta soffrendo Geoff Johns con la sua “Final Crisis: Legion of 3 Worlds”. Dovendo girare attorno all’ostacolo, l’autore di “Kingdom Come” ha fatto quindi un tentativo, sfruttando le armi che poteva. Una specie di McGyver del fumetto, insomma. Purtroppo, è andata male. Pazienza.
Le argomentazioni esposte nel brano da me appena riportato, però, non mi convincono. In primis, il fatto che i lettori considerassero “impenetrabili” i fumetti della Legione è un pregiudizio, reale, che soluzioni come un “reboot” non potevano che aggravare ulteriormente. E’ un po’ come cercare di placare un incendio con la benzina: dannoso per la salute e per il portafogli.
Inoltre, la reinterpretazione operata da Waid fu troppo “radicale” e lontana dal concept di base della Legion of Super-Heroes: da gruppo di persone apparentemente distanti ma unite nel profondo da comuni ideali positivi, la versione del 2004 presenta invece dei ragazzi viziati, ribelli e in piena crisi isterica adolescenziale. Inevitabile l’alienazione sia da parte dello zoccolo duro del fandom, me compreso, che dagli attesi nuovi lettori fra i giovani, che probabilmente avranno ripiegato su fumetti che non li dipingevano con gli occhi di un vecchio padre deluso.
So long, Mark!

Mentre AIC ospita lo sfogo di Waid nei confronti dell’ex boss Dan DiDio, andate a leggere cosa dice lo sceneggiatore a proposito della genesi del settimanale “52”, l’istituzionale Newsarama, detto anche il “Porta a Porta” dei comics, pubblica invece un’intervista promozionale allo stesso Executive Editor della DC.
Rispondendo a una sfilza di domande di vario genere, il baffuto “capo dei capi” italoamericano ha snocciolato anche qualche anteprima Legion-related, tra cui, Deo gratias, una data di uscita ufficiale per “Adventure Comics” (vol.III):

3. Can you give any information about the Superman crossover that’s coming up in August?
DD: I can’t give much information other than to say that it deals around the events and situations that are taking place on the world of New Krypton.
NRAMA: So it’s a New Krypton-based story?
DD: It’s a New Krypton-based story taking place within the Superman group of books.

5. Something that Tony Bedard mentioned back at the start of R.E.B.E.L.S. – there was a companion project that was planned to go with R.E.B.E.L.S. – is that still happening?
DD: Sure is – there’s going to be a one-shot story of Starro the conqueror that will introduce Starro in a brand new light coming very soon.

7. We have a few more questions asking about the Batgirl series – is it something that’s still out there, or is it something that will be retro-solicited after, perhaps, the conclusion of the Oracle miniseries?
DD: No – it’s not going to be retro-solicited. It will be hitting shops in August. As will Adventure Comics.

Se con l’addio di Waid si è chiusa una porta per la Legione dei Super-Eroi, con la nuova serie di “Adventure Comics” potrebbe aprirsi, di contro, il proverbiale portone. Ce la faranno i nostri eroi a rifare un ingresso in pianta stabile nella checklist mensile DC Comics? Lo scopriremo, forse, a partire da agosto.

Edicola legionaria: uscite dell’11/3/2009

sabato, marzo 14th, 2009
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Per quanto possa sembrare curioso, nonostante al momento la Legione dei Super-Eroi non possa vantare l’uscita di una serie regolare a suo nome, è invece presente nel catalogo DC Comics un vero e proprio spin-off ispirato più o meno direttamente al team futuribile. Si tratta di R.E.B.E.L.S (vol.II), di Tony Bedard e Andy Clarke, collana ambientata nel presente del DCU e della quale è da pochi giorni comparso sugli scaffali delle fumetterie d’oltreoceano il numero due.
Ma qual è il tema di questa serie? E si tratta di una lettura valida oppure no?  (altro…)

Alan Moore: e se dopo Watchmen… la Legione?

venerdì, marzo 6th, 2009
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Alan Moore

Alan Moore

Dopo una lunghissima gestazione, esce oggi nelle sale cinematografiche italiane l’atteso Watchmen, lungometraggio ispirato alla celebre miniserie DC Comics realizzata tra il 1986 e l’87 da Alan Moore e Dave Gibbons. E, personalmente, non credo che vorrò mai vedere questa pellicola.
L’opera originale, la cui lettura è decisamente consigliata dal sottoscritto anche a chi non leggesse comics d’abitudine, è strutturata in modo da dipendere a tal punto dalla gestalt del medium fumetto da rendere secondo me fallimentare a prescindere qualsiasi tentativo di trasposizione in altre forme. Un film che volesse ridurre una struttura del genere non potrebbe che essere paragonabile, a mio avviso, a una mostra fotografica di libri braille: nella conversione dal tattile al visivo, sarebbe inevitabile la perdita di tratti di fondamentale complessità dell’oggetto originale.
Volendo dirla con un esempio terra terra, Watchmen è un po’ come i telefilm del tenente Colombo, il simpatico investigatore intepretato da Peter Falk. In ogni episodio di quel serial, lo spettatore viene messo a conoscenza dell’identità dell’assassino di turno fin dal principio. Il bello sta quindi nell’osservare il meccanismo dell’indagine, il modo in cui il killer viene lentamente incastrato da parte dell’astuto Colombo. La graphic novel di Moore e Gibbons è un po’ così: la trama è stupenda, avvincente e ricchissima di spunti, sì, ma è il modo in cui questa si dipana a fare di Watchmen un vero capolavoro, attraverso una narrazione per livelli sovrapposti, testuali e visivi, come solo il fumetto avrebbe potuto concedere. Per cui, in sintesi, proprio non mi importa di vedere un riassunto della trama di Moore ma recitato da attori in carne ed ossa. La vivrei come una perdita di tempo. Ma questa è solo la mia opinione.
Per i più curiosi, in ogni caso, segnalo questa succosa recensione in anteprima, redatta da Dario Beretta per il sito-madre di questo blog, il mirabolante Glamazonia.

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Sì, ma cosa c’entrano Rorschach, il Dottor Manhattan e compagnia bella con la Legione dei Super-Eroi? Il legame è evidente nel palmares degli autori di Watchmen, che hanno entrambi lavorato almeno una volta, nel corso della loro lunga carriera, sulla serie oggetto di studio di questo sito.
Gibbons, ad esempio, ha illustrato nel 1983 una delle storie chiave della continuity di quegli anni, quella del matrimonio tra la Principessa Projectra e Karate Kid. Il lungo episodio, sceneggiato da Paul Levitz, è edito su Legion of Super-Heroes (vol.II) annual #2. Meno fulgida, invece, la backup story del 2005 su Legion of Super-Heroes (vol.V) #4, realizzata su testi di Mark Waid, dalle matite piuttosto svogliate e frettolose.
Moore, invece, ha giocato con i legionari in una sola occasione che io ricordi, ma una coi fiocchi. Mi riferisco all’apparizione sulle pagine di Superman (vol.I) #423 (1986), primo capitolo dell’ultima, indimenticabile avventura dell’Uomo d’Acciaio della Silver Age: “Whatever happened to the Man of Tomorrow?”. La lunga sequenza con la Legion, strappalacrime, si rivela peraltro fondamentale alla risoluzione finale del formidabile racconto. I disegni, in questo caso, sono curati in tandem nientemeno che da due tra i più influenti architetti dell’immaginario visivo transgenerazionale dei lettori DC Comics, Curt Swan e George Pérez.

Una cosa che forse non tutti sanno è quanto Alan Moore sia davvero, o almeno così pare, un appassionato amante della Legione! Come, a onor del vero, di tutta la galassia del Superman degli anni Cinquanta e Sessanta. A dimostrarlo, oltre al succitato racconto dell’86, è la saga meta-fumettistica del “supermaneide” Supreme (1996), all’interno del cui pantheon di comprimari spicca La Lega dell’Infinito, gruppo di non celata ispirazione legionaria.
Purtroppo, la League of Infinity è quanto di più vicino a un’ulteriore rappresentazione degli eroi DC del 31esimo secolo sarà mai possibile sperare da parte del Bardo di Northampton. Eppure nel 1987, poco dopo la conclusione di Watchmen, Moore è stato a un passo dal coinvolgere la Legione in un progetto da lui stesso concepito, un company crossover intitolato “Twilight of the Super-Heroes“. Una saga epica e sconvolgente che, purtroppo, non ha mai visto la luce.
Ma qual era il tema di “Twilight”? E quale sarebbe stato il ruolo della Legion all’interno di questo evento? Per saperlo, cliccate sul link qui di seguito e proseguite la lettura del post! (altro…)