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Mercoledì 15 Luglio 2011 la DC Comics ha finalmente fatto uscire una ristampa attesa da fin troppo tempo. Dopo 10 anni dalla sua pubblicazione originale come miniserie di 12 numeri, LEGION LOST è ancora una volta sugli scaffali, questa volta in una sgargiante edizione cartonata.
La storia ha per protagonista l’incarnazione post-ORA ZERO della Legione dei Super-Eroi, oggi riletta come una versione alternativa del team che attualmente è parte del DC Universe. La decisione di mettere in disparte quell’iterazione dell’equipe futuribile sembrava aver predestinato qualsiasi successiva ristampa delle loro storie, molte delle quali erano quantomeno piacevoli. Tuttavia, forse a causa della nuova LEGION LOST in uscita da settembre – titolo a parte, nessuna relazione con la serie di cui stiamo parlando qui! – la DC ha deciso di benedire sia vecchi che nuovi lettori rendendo l’originale LEGION LOST ancora disponibile.
Per celebrare l’evento, il blog della Legione dei Super-Eroi ha chiesto un’intervista a Dan Abnett e Andy Lanning, il duo di scrittori dietro questa pietra miliare, ed essi hanno gentilmente risposto alle nostre domande nella maniera esaustiva che potete leggere qui sotto. Vorrei ringraziarli ancora una volta per il loro tempo e la loro gentilezza.
Si parte!
Legion Blog: Dopo poco più di una decade, la DC sta finalmente ristampando LEGION LOST, la miniserie che avete scritto nel 2000-01, con i disegni di Oliver Coipel e Pascal Alize.
Tuttavia, durante il passato decennio la Legione dei Super-Eroi ha subito numerosi drammatici cambiamenti, e la sua attuale incarnazione è differente, in molti modi, da quella su cui avete lavorato a suo tempo.
Come introdurreste LEGION LOST ad un nuovo lettore?
Dan Abnett e Andy Lanning: LEGION LOST segnò un emozionante nuovo orientamento nei toni e nello stile, quando uscì; un’incarnazione completamente diversa del team rispetto a quanto visto in precedenza.
Sebbene portassimo avanti la serie nella stessa continuity (non si trattava di un reboot), l’abbiamo indirizzata verso una strada del tutto nuova; concentrandoci su un piccolo nucleo di membri e seguendoli nel loro viaggio di dispersi in una strana e remota galassia, lontana anni luce da casa, e descrivendo i loro tentativi per tornare indietro, mentre esplorano allo stesso tempo i nuovi e bizzarri territori che li circondano e interagendo con i loro abitanti, molti dei quali veramente pericolosi. È una storia di 12 numeri, che conduce il team all’estremo dei suoi limiti: fisici, mentali ed emotivi.
La storia mostra inoltre alcuni dei primi lavori di Olivier Coipel per il mercato americano. Nel corso della serie è possibile notare come il suo stile si sia sviluppato ed evoluto, quasi un numero dopo l’altro, da nuovo arrivato dotato e talentuoso a uno dei più grandi disegnatori di fumetti attualmente in attività.
Prima dell’inizio del vostro ciclo, si può dire che la Legione post-ORA ZERO fosse in gran parte indirizzata verso un pubblico giovanile; ritengo invece che le vostre storie, che comprendevano inoltre temi complessi come quelli della politica, fossero molto più drammatiche.
Ricordo perfino una controversia accesa allora in rete sul fatto che, nelle vostre storie, i legionari fossero troppo “sessualizzati’’ – cosa, per inciso, un po’ strana, se pensate a come gli stessi personaggi erano raffigurati per esempio negli anni ’70, ma significativa se si pensa a come tanti fan della cosiddetta “Archie Legion’’ vedevano il “loro” team.
Così, oserei dire che voi abbiate traghettato la Legione dei Super-Eroi di allora dall’essere, diciamo, una lettura per tutte l’età ad avere più mordente su un pubblico più maturo. È stato questo un “effetto collaterale’’ nel rinnovare una serie per il pubblico contemporaneo, o il cambio di target è stato scelto in maniera deliberata da voi e dal reparto editoriale?
DnA: C’è stato dato un ampio margine di scelta dagli Editor DC. Sia Mike Carlin, che all’epoca era Editor in Chief, sia Mike McAvennie, l’Editor della nostra serie, ci incoraggiarono a “pensare fuori dagli schemi” e a spingere le cose fino in fondo. Loro volevano dare alla serie nuova vita e, senza scartare ciò che era successo in precedenza, cercare di portare a bordo nuovi lettori, visto che le vendite erano in calo da un po’.
Riguardo il fatto che la nostra versione sia considerata più matura nei toni, questo fu proprio un effetto collaterale, come hai detto. Noi volevamo soltanto raccontare nuove ed eccitanti storie che speravamo avrebbero suscitato largo interesse e portato nuovi lettori a bordo. Eravamo entrambi grandissimi fan del famoso, quanto controverso, ciclo dei “Five Years Later” di Keith Giffen degli anni 80. Quelle storie erano molto lontane dall’essere adatte a ‘tutte le età’, e avevano una narrazione molto tetra e complessa, che certamente affascinava i lettori più maturi. Eravamo attirati dalla sua sensibilità sci-fi, e volevamo introdurre una buona fetta degli attuali elementi della fantascienza anche nella nostra storia, così come anche sviluppare alcune tematiche più prettamente politiche, che riflettessero il clima mondiale contemporaneo.
Qual è la vostra opinione sul fatto che gli attuali lettori stiano diventando, in generale, sempre più vecchi?
DnA: Siamo, allo stesso tempo, felici e tristi sul fatto che gli attuali lettori siano più vecchi. Infelici, perché è vergognoso non avere una nuova generazione di lettori di fumetti in arrivo, principalmente perché i lettori più giovani hanno così tanti altri svaghi fra le mani che concorrono per avere i loro soldi. Tuttavia siamo felici perché i lettori di fumetti più vecchi sono molto più ricettivi rispetto a storie più sofisticate. L’enorme diversità di titoli a fumetti, di argomenti e di stili sono la diretta conseguenza del fatto che i lettori siano più ‘letterati’ in fatto di fumetto. Ciò li rende anche più pretenziosi, però, il che vuol dire che devi migliorarti ogni volta. La speranza è che la diffusione dei fumetti digitali e tutti i fantastici film basati sui fumetti usciti finora, abbiano in futuro effetti positivi sul mercato fumettistico, sebbene ora sia ancora troppo presto per saperlo.
Un aspetto della vostra Legione che mi ha particolarmente incuriosito è stata la spiccata personalità delle “voci” dei personaggi e dei luoghi più alieni del Legionverse. Mi viene da pensare, in particolar modo, a Shikari, – che è apparsa per la prima volta in LEGION LOST – ma anche a Robotica e Titano. Penso, inoltre, a come avete accennato alla sessualità “di larghe vedute” di Brainiac 5.
E’ stato qualcosa che è uscito fuori dalle storie in modo naturale, o è stato necessario pensarci su per via della peculiare natura della Legione come team multiculturale?
DnA: Ricordo che abbiamo avuto lunghe discussioni sulla natura multi planetaria della Legione ed eravamo, nuovamente, influenzati dalle storie del periodo “Five Years Later” di Giffen, nelle quali ogni episodio era concluso da un articolo che dava informazioni extra sul mondo della Legione. Abbiamo provato a distinguere ogni legionario perché ognuno di loro proviene da pianeti diversi, e in questo abbiamo coinvolto il loro modo di esprimersi verbalmente e anche le loro influenze culturali aliene. Abbiamo portato l’idea ancora più in là in LEGION WORLDS, una miniserie sequel di LEGION LOST che approfondiva le vicende dei membri del gruppo rimasti nel nostro universo, che si erano divisi ed erano tornati sui loro mondi di origine. Ogni episodio si focalizzava su un diverso membro del team, e su un affermato pianeta dell’universo della Legione.
Qual è la “voce aliena”, tra quelle che avete creato, della quale siete più fieri, e perché?
DnA: Siamo molto contenti di Shikari, perché l’abbiamo creata noi e ci ha divertito molto renderla eccentrica e allo stesso tempo amabile, ma abbiamo anche molto affetto per Brainy, che è uno dei favoriti di entrambi.
Anche se nel corso della vostra carriera avete giocato con molti generi, – dal simil action movie di THE PUNISHER: PSYCHOVILLE del 1993, l’albo con il quale conobbi il vostro lavoro per la prima volta, al vostro attuale impegno su NEW MUTANTS – sia fuori che dentro il comicdom, penso si possa ritenere che siate maggiormente associati alle vostre acclamate saghe fantascientifiche, come ANNIHILATION: CONQUEST e seguiti, e naturalmente THE LEGION.
Sentite un legame speciale con la sci-fi?
DnA: Siamo stati molto fortunati a lavorare nella maggioranza dei generi, potendo però tornare sempre a storie supereroiche di fantascienza. Siamo entrambi cresciuti in una rigida dieta di sci-fi, qui in Inghilterra: dal Dr. Who a Star Trek in TV, da 2000 AD a Starlord nell’ambito dei fumetti, siamo entrambi grandi fan della fantascienza e avidi lettori di letteratura sci-fi. Condividiamo l’amore per molti grandi in questo campo, Arthur C. Clarke, Asimov, Frank Herbert, Zelazny, William Gibson, e la lista potrebbe davvero proseguire all’infinito, così non è strano che la sci-fi giochi un ruolo così importante nella nostra scrittura.
Tornando indietro a quando stavamo scrivendo la Legione, attorno ai tardi anni ’90, primi 2000, eravamo forse influenzati dalla messe di autori al lavoro in quel periodo, come anche da spettacoli TV, film e naturalmente anche fumetti di allora. Film come “Star Trek: Primo Contatto”, “Matrix” e “La Minaccia Fantasma”, libri di autori come Iain M. Banks, Dan Simmons e nuovi autori come Alistair Reynolds e Charles Stross hanno tutti avuto influenza sulla nostra opera di quel periodo.
Qual è l’aspetto della sci-fi che preferite, e come lo avete fuso, nel caso, al vostro lavoro sulla Legione?
DnA: Molti degli autori appena citati condividono il nostro aspetto preferito della fantascienza: la possibilità di costruire mondi su scala galattica e raccontare storie stratificate con un largo cast e una scala davvero cosmica. Scrivere la Legione ci ha offerto la prima opportunità di lavorare su questo genere di scala con un ampio cast; anche se abbiamo iniziato da piccoli passi, per concedere ai nuovi lettori la possibilità di conoscere alcuni dei personaggi prima che noi allargassimo le cose e aumentassimo il gruppo dei protagonisti.
Con Andy anche nel ruolo di inchiostratore nella maggior parte delle storie della Legione da voi scritte, eravate nel ruolo, unico per la maggior parte degli sceneggiatori, di poter avere influenza anche sul lato visivo.
Andy, le tue idee di co-sceneggiatore ti hanno mai influenzato nel decidere il tono delle tue chine? “Legion of the Damned”, ad esempio, aveva toni molto tetri e questo si rifletteva spesso in pagine ricche di neri.
Se non altro, la tua posizione ti ha invitato a stringere un rapporto più stretto con i disegnatori con i quali hai lavorato, nel creare il complesso mondo visuale della Legione?
Andy Lanning: Ho lavorato molto da vicino con Olivier sulla serie, siccome lui era alla DC solo da poco (la sua prima opera ad essere pubblicata sul suolo statunitense fu “Legion of the Damned”, anch’essa chinata da me) e addirittura lui venne ad abitare da me per un po’ quando le scadenze stavano iniziando a farsi troppo vicine. Riuscimmo davvero a collaborare sulle storie, e io mi trovai nella posizione privilegiata di vederlo crescere come artista. Il suo stile di disegno, e di conseguenza il mio approccio come inchiostratore, è cambiato nel corso della storia da un segno denso e ricco di ombre al look più pulito, preciso e tradizionale che distingue il suo attuale lavoro.
Di recente avete avuto modo di scrivere un’altra storia della Legione, anche se corta, per il DC UNIVERSE HOLIDAY SPECIAL 2010, con protagonista l’attuale incarnazione del gruppo.
Com’è stato tornare nel 31esimo secolo?
DnA: Mike Carlin (sì, ancora lui!) è stato così gentile da offrirci la possibilità di scrivere quella storia della Legione appena apprese che il nostro contratto di esclusiva con la Marvel era terminato. Ci siamo buttati subito nell’impresa, soprattutto perché ci ha permesso di lavorare di nuovo con uno dei nostri artisti preferiti della Legione, Chris Batista.
Sentite che I legionari “classici” siano in qualche modo diversi da quelli della versione reboot le cui gesta avete raccontato in passato?
DnA: Certo, lavorare sulla Legione “classica” è stato divertente, ma ci ha lasciato in verità con un forte desiderio di scrivere ancora un po’ della “nostra” Legione. Chissà, magari un giorno…
Al momento la Legione non è certo un best seller, ma lasciate sognare un fan: se la DC decidesse mai di pubblicare uno spin-off sulla Legione post-ORA ZERO, attualmente nota come i New Wanderers (sic), accettereste mai di scriverlo?
DnA: Sarebbe un’offerta davvero molto tentatrice!
Traduzione di Umberto Rossolini, Fabio Graziano e Paolo D’Alessandro
Tornate su queste pagine domani, per un’altra imperdibile intervista legata a LEGION LOST!
Tags: Andy Lanning, Brainiac 5 (Post-Zero Hour), Chris Batista, Dan Abnett, Interviste, Interviste originali, Keith Giffen, Legion Lost (vol.I), Mike Carlin, Mike McAvennie, Olivier Coipel, Post-Zero Hour, Shikari (Post-Zero Hour)
😮 quante info!
ho corretto un paio di refusi che incredibilmente erano sfuggiti sia a paolo che a me. d’oh!