Fin dagli anni Settanta, una delle qualità più note dell’abbigliamento dei legionari è stato il taglio sexy, provocatorio; e senza discriminazioni di sesso, dal celebre bikini rosa di Saturn Girl al famigerato “nude look” di Cosmic Boy. Principali artefici di quest’era di scompensi ormonali, due artisti storici del comicdom di quel periodo, Dave Cockrum e Mike Grell; già dagli anni ’80, sotto la cura grafica di Giffen e Lightle, la moda del 30esimo secolo sembrò recuperare la sua sobrietà.
A onor del vero, ancora oggi i costumi di alcune legionarie come Shadow Lass e Night Girl sono particolarmente generosi sul décolleté. In questi utimi casi, però, i caratteri dei personaggi potrebbero spiegare diegeticamente la scelta di abiti ammiccanti: entrambe sono donne-guerriero, sicure di loro stesse e del proprio corpo.
Ammessa la validità di questo (traballante) argomento, lo si potrebbe estendere anche alla bionda Power Girl, celebre volto della Justice Society e da anni al centro di un’aspra polemica all’interno del fandom a proposito del suo corpetto scollacciato. In una recente storia scritta da Jan Van Meter, lo stesso alter ego di Kara Zor-L ribadisce di andare in giro mezza biotta per, ehm, “sua scelta”.
Ma può essere davvero così, per una creatura di finzione? Esther Inglis-Arkell si è posta il problema in questo articolo sul sito 4thletter, giungendo a mio avviso a una conclusione condivisibile: ogni parola che gli autori mettono in bocca alle loro sirene di carta per giustificarne le vesti succinte è una mera scusa, punto e basta. Sottolineata, per giunta, dal fatto che ai personaggi maschili non tocchi mai ricorrere a un simile corredo di motivazioni: sono sempre sempre più che coperti. Gli editori lo sanno (anche se ogni tanto qualcuno finge di scordarsene): i fumetti di super-eroi hanno un target prettamente maschile, e agli uomini, si sa, piacciono le tette.
Per la cronaca, Van Meter ha risposto personalmente alla Inglis-Arkell, scusandosi per quello che lui stesso ha definito un “tentativo fallito” di parlare d’altro.
Costumi a confronto: la Sensor Girl del 1985 (sulla sinistra, disegno di G. LaRocque) e quella del 2010 (a destra, disegno di F.J. Manapul)
La copertina di Francis Manapul per “Adventure Comics” (vol. III) #8, recentemente svelata dal blog The Source, ha scatenato in rete un dibattito piuttosto acceso, sulla scia di cui sopra. Sensor Girl, alias della Principessa Projectra ideato nel 1985 da Paul Levitz, è stata dotata a quanto pare di un’inedita, scollatissima, uniforme. La domanda sorge spontanea: perchè?
Lo sconcerto fra gli aficionados è generale, e ben giustificato: la natura del personaggio prevede tutt’altro genere di look, come spiegato chiaramente in questo articolo dal creatore grafico di Sensor Girl, Steve Lightle:
One thing that was important to me as I designed this new female Legionnaire character, was that she not be wearing a skimpy, or sexually provocative, costume. There were many Legionnaires that already represented that type. Since I’ve always believed that diversity was one of the great natural attributes of the Legion, I wanted at least one female Legionnaire who didn’t seem to trade on her physical beauty. Sensor Girl wasn’t supposed to even have the skintight costume that most heroes wear. You will notice that there have always been wrinkles in her costume rather than the ‘painted on’ look.
I thought that there might be an interesting irony in having a character with sensory abilities which was completely blocked from sight, touch, taste, etc. In my original sketches of the character, Sensor Girl’s mask was completely featureless, but I decided that taking such an extreme approach was visually boring and unoriginal. After all, Steve Ditko had already created his character The Question with a featureless mask. I then decided to add the color and pupil-less eye shapes, actually they are meant to be stylized feminine lashes.
Considerando che, dal momento del rilancio johnsiano, il guardaroba di quasi tutti i legionari è stato rivisto in qualche modo, era inevitabile che prima o poi sarebbe toccato anche a chi, per un motivo o per l’altro, era rimasto ancora escluso dal redesign. Ed è giusto così: in fondo, le spalline “so eighties” di Sensor Girl nun se potevano proprio più vedè.
Mi sembra chiaro che lo “stilista” della nuova tenuta, probabilmente dello stesso Manapul, si sia basato unicamente su parametri estetici, senza chiedersi a chi stava andando a modificare il look . È triste constatare che, nel dubbio, la soluzione migliore per “svecchiare” sia ritenuta dai professionisti quella di mostrare petto o coscia.
In via sperimentale, ho pensato di editare il disegno originale, cercando di proporne una versione più attinente al concept del personaggio: il risultato è visibile qui sotto.
In primis, ho eliminato ovviamente la scollatura; poi mi sono dedicato alla (orribile) maschera. Forse sarebbe stato meglio coprire anche il resto, ma non volevo stravolgere eccessivamente il modello di Manapul, e inoltre le braccia nude sembrano essere una specie di refrain delle attuali divise del team futuribile.
Una possibile variante del nuovo look "sexy" di Sensor Girl
La cosa che, tutto sommato, mi deprime di più è il fatto che, evidentemente, il “trucco” di mostrare un po’ di pelle funziona. Altrimenti le publishing house lo eviterebbero, o quantomeno non se ne servirebbero così (è il caso di dirlo) abbondantemente come invece accade.
Un appello ai lettori erotomani: ragazzi, siamo su internet, iniziate a scoprire i siti porno e facciamola finita una volta per tutte con queste stronzate.