L’avevo anticipato ad agosto in questo articolo, e nel frattempo la cosa è sbocciata in realtà: James Marsters (“Buffy the Vampire Slayer”, “Torchwood”) è tornato per una toccata e fuga sul set del telefilm “Smallville”, che aveva già calcato tra il 2007 e il 2009 nei panni del villain Brainiac.
Questa volta, però, Marsters ha interpretato una variazione sul tema del suo vecchio ruolo, presentandosi in scena a uno stupito Clark Kent (Tom Welling) come Brainiac 5, crononauta della Legione dei Super-Eroi. Questo incontro è avvenuto in un episodio davvero speciale di “Smallville”, il 200esimo, andato in onda degli States lo scorso 15 ottobre.
Ecco come il network americano ospite della serie, The CW, descrive la puntata in un comunicato stampa pubblicato da Comics Continuum:
“In an attempt to cheer up Clark (Tom Welling), Lois (Erica Durance) convinces him to attend their five-year high school reunion. A visit back to the home of the Crows has Clark remembering old times with Lana (Kristin Kreuk) and Chloe (Allison Mack), while Lois is furious that no one remembers her five days as a student. Brainiac 5.0 (James Marsters) uses his Legion ring to visit from the future and takes Clark through his past, present and future. He shows Clark what really happened the night Jonathan died, Oliver’s (Justin Hartley’s) current pain and Clark’s future at the Daily Planet with Lois and his role as Earth’s favorite red and blue superhero.”
The episode, the series’ 200th, was written by Brian Peterson and Kelly Souders and was directed by Jeannot Szwarc.
Su queste pagine ho spesso colto l’occasione per sottolineare il mio generale disprezzo per “Smallville”, un sentimento che – ci tengo a sottolinearlo – non dipende certo dalla libertà con la quale gli autori della serie hanno rivisto il mito di Superman, ma dall’imbarazzante banalità delle sceneggiature, quasi sempre a mio avviso stantie e farraginose.
Tuttavia, devo ammettere che questa puntata numero 200 non mi è affatto dispiaciuta, e anzi ho trovato addirittura gustosi i suoi cristallini richiami al “Canto di Natale” di Dickens (con Marsters nelle vesti di spettro del passato, del presente e – ovviamente – del futuro). Inoltre, da qui in poi pare che il serial, finora a tratti cupissimo, imbocchi finalmente la direzione più solare di matrice “donneriana” tanto cara ai fan del Superman cinematografico, che trovo francamente più azzeccata per l’Uomo d’Acciaio.
Peccato che l’attuale stagione di “Smallville”, la decima (ulp!), sia anche l’ultima. Tutti questi spunti positivi, insomma, non saranno mai approfonditi come a mio avviso sarebbe stato opportuno, e come avrei auspicato da spettatore. Poco male: chissà che tutto questo non accada invece al cinema (pare ormai certo un nuovo film sull’alter ego di Kal-El, diretto da Zack Snyder) o, addirittura, in nuove serie tv a venire.
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Sai anche te come funzione Smallville… La prossima puntata ingnorerà la precedente in un eterno ritorno allo status quo, con il solito Clark emo! Non che me ne freghi niente, non guardo questo telefilm dalle superiori, ma mi ha sempre colpito come esercizio di inutilità onanistica…