Una folla in ansia è accalcata da giorni sotto le finestre di casa mia. No, non sono il Ministro del Tesoro e quelli non sono cittadini affamati. Anche se qualcuno, in effetti, ha approfittato della situazione per aprire un banchetto di panini con la salamella: che bieca speculazione! La realtà è che il popolo dei Legion-junkies italiani è roso dalla curiosità, vuole sapere. Per troppo tempo ha dovuto attendere, logorato dal peso del denso hype che ho magistralmente costruito sulle pagine di questo blog.
Volete dunque conoscere i risultati del Mon-El Fashion Contest? E sia!!!
…però, ammazza, siete i soliti esagerati.
Prima di scoperchiare il piatto forte, e cioè i sei disegni in gara, voglio ringraziare tutti coloro che hanno partecipato inviandomi i loro elaborati entro la mezzanotte di domenica 26 aprile 2009. È stato davvero difficile per me scegliere tra questi un solo vincitore, a dimostrazione di quanto la competizione che si è venuta a creare sia stata interessante ed equilibrata.
Un grazie anche a tutti gli aspiranti concorrenti che, catturati dal vortice degli impegni del quotidiano, non sono riusciti di fatto a realizzare in tempo un’opera per il contest. So che è stato così per almeno un paio di persone che mi avevano contattato: considero comunque il vostro interesse nell’iniziativa come una soddisfazione in sè e per sè.
Infine, un’ultima premessa riguardo al mio criterio di giudizio.
Nell’esaminare gli elaborati, ho cercato di concentrami sull’aspetto dei costumi, più che sulle qualità tecniche dei disegni in sè. Questo perchè, diversamente, mi sarebbe parso di venir meno ai termini stessi del concorso, che chiedeva di immedesimarsi nei panni di uno stilista più che in quelli di un illustratore tout court. Per pignoleria e completezza, mi sono comunque permesso di commentare anche il lato più squisitamente formale delle singole opere. In entrambi i casi trattasi, lo sottolineo, del mio semplice e modesto parere personale, pur sostenuto da una carriera di studi artistici.
Ci siamo: curiosi? Si parte!
And the winner is… Salvatore Cuffari!
Il coraggioso Mon-El nasce, nel 1961, come una sorta di ideale “fratello maggiore” per il Superboy Silver Age. Questo atavico legame influenza la genesi del personaggio fin dal guardaroba, ispirato appunto da un gioco di richiami a quello del Ragazzo d’Acciaio, soprattutto dal punto di vista cromatico. Il risultato, però, è quello di un look che soffre la dipendenza dall’originale e non gode di tratti distintivi particolarmente rilevanti o iconici.
Il disegno di Salvatore, secondo me, ha innanzitutto il pregio di essere immediatamente riconoscibile come Mon-El. Ma a partire da qui, l’autore ha voluto chiaramente prendere le distanze dalla connesione con Superboy, cavalcando l’onda dei dettagli più “personali” presenti nello storico costume dell’alter-ego di Lar Gand.
Si guardi, in primis, la celebre giacca, qui adattata a una specie di kimono che i guanti e il mantello riportano agli stilemi classici dell’abbigliamento supereroico. In particolare, i primi sono un dettaglio assolutamente inedito addosso a Mon-El, in queste vesti più che mai “emancipato” e indipendente.
L’unico “difetto” che mi ha fatto essere in dubbio sull’eventualità di premiare effettivamente questo ritratto con il primo posto è proprio la scelta di una rivisitazione orientaleggiante della giubba, che potrebbe suscitare confusione con il look di un altro celebre legionario, Karate Kid. In definitiva, però, credo che il design della cinta e la gamma dei colori facciano spiccare la figura di questo Mon-El in maniera difficilmente equivocabile.
Il disegno, poi, è anche piacevole e ben costruito, il che non guasta. L’anatomia pare corretta, e mi sarei stupito del contrario dal momento che l’autore è laureato in medicina, e la posa è fresca e “potente” al punto giusto. L’inchiostratura sottile e un po’ ruvida mi ricorda vagamente l’arte di Pete Woods, con delle morbidezze alla Wieringo (vedi gli stivali o il viso).
Per questioni di impaginazione, nella miniatura qui accanto sono stato costretto a ruotare un po’ l’asse della pin-up, con l’effetto collaterale di penalizzare il dinamismo della posa. L’invito, quindi, è ad ammirare l’opera vincitrice nella sua versione ingrandita, che rispetta l’angolatura originale della cornice.
Complimenti a Salvatore, quindi! Ma la galleria d’arte non finisce certo qui, e prosegue con i lavori di tutti gli altri volenterosi partecipanti al concorso. Tutte le immagini sono disposte in ordine alfabetico per autore.
Il più veloce a consegnare tra tutti i partecipanti al Contest è stato Alessandro Bragalini, artista lodigiano già noto agli aficionados di questo blog, che lo ricorderanno dalla splendida tavola a fumetti riportata in questo articolo.
La partecipazione di Alessandro mi onora particolarmente. Il ragazzo è un peso massimo che si è grà prestato al mercato del comicdom, lavorando, tra le altre, a due opere recensite da Glamazonia, “Tales from the Starlight Drive-In” (Image Comics) e “Fear Agent” (Dark Horse). ‘Nuff said.
Il disegno è piacevole e di atmosfera. Le proporzioni, l’anatomia e il chiaroscuro, semplice ma funzionale, sono convincenti e il risultato finale, direi, cattura l’occhio.
Lo sguardo è chiaramente rivolto al fumetto supereroico classico, e lo si nota anche dalle scelte per il vestiario. Io trovo, però, che ci sia anche dell’altro. Il rapporto tra il soggetto e la natura misteriosa e imperscrutabile dello sfondo rimanda infatti il mio pensiero ai temi della pittura romantica. La figura massiccia e imponente di Mon-El domina la scena, fluttuando, tesa, su un cielo inquietante e crepuscolare, che evoca tensione. Ugualmente, il daxamita manifesta con fermezza la sua propensione alla scoperta dell’ignoto puntando verso l’infinito che lo attende: Sturm und Drang me, baby!
Il design di Alessandro, dalla linea moderna e decisa, mi ricorda vagamente quello di Pascual Ferry per il Mister Miracle di “Seven Soldiers”: probabilmente questa impressione mi è indotta dal comune motivo dei cerchi “kirbiani”, che in questo caso però riprendono una forma caratteristica del costume originale di Mon-El, quella degli agganci del mantello alla giubba.
A conti fatti, le mie critiche a questo disegno non sono poi molte: in primis, questi enormi “pois” non mi fanno impazzire, specialmente nel modo in cui proseguono anche sulle gambe. Ci trovo un che di “frivolo” che a mio avvisto stona un po’ con i toni tragici del personaggio. Inoltre, una nota di demerito a prescindere per quanto riguarda i mutandoni, elemento demodè che mal digerisco, anche se mi rendo conto che in questo caso contribuiscano a bilanciare il blu presente alle estremità del costume.
Molto interessanti invece, a mio modo di vedere, gli stivali e il gioco di linee che sostituisce la cintura.
Il prossimo disegno mi è stato inviato da Andrea Broccardo, generoso artista della Compagnia del Fumetto. Con il resto dello studio, Andrea è spesso in giro per l’Italia come standista alle fiere del fumetto, promuovendo opere come il fantasy “Le Cronache di Ravenholme”: se ne foste incuriositi, vi rimando alla recensione pubblicata da Marcello Vaccari sul sito-madre di Glamazonia.
Ecco come l’artista descrive il suo Mon-El nell’email di accompagnamento con la quale mi ha inviato l’immagine:
Premetto che sono abbastanza ignorante sul personaggio e a parte quelle quattro righe che hai scritto tu, davvero altro non sapevo. Mi sono limitato a rivedere senza stravolgere il costume, dandogli una rivisitazione un pelo più moderna, ma senza esagerare.
Avendo poco tempo, come ho scritto sul forum, ho brutalmente preso spunto per posa plastica da una copertina degli Eterni di Gaiman e Romita Jr. mentre il costume me lo sono inventato da zero.
Purtroppo, essendomi aliena la colorazione in digitale, il disegno che ti mando e in bn […] Maniche, pettorina e pantaloni restano dello stesso rosso del vecchio costume, mentre i guanti (assenti nella prima versione) sono di un blu metallico. I paraspalle e i copriginocchia li immaginavo gialli, mentre stivali e mantello restano sul blu, ma di una tonalità un pelo più scura rispetto ai guanti metallici e la cintura e marrone come quella classica.
Spero che piaccia, ti dirò che a me piaceva l’idea di un costume che desse a Mon-el un aria un po’ autoritaria, simile a un crociato o un paladino medievale (con quella line vertica che parte dal collo in giù di colore nero) e bracciali in metallo adatti a parare colpi o dotati di minicomputer in grado di permettere a Mon-El di orientarsi nelle vastità del cosmo.
Purtroppo, Andrea è stato l’unico dei concorrenti a cogliere il mio invito a commentare la propria opera. Peccato, perchè il testo di cui sopra, ad esempio, favorisce parecchio l’analisi dell’immagine, concedendo un vero e proprio “backstage”.
L’approccio scelto per questo redesign, pur non del tutto inedito per quanto riguarda la Legione, vedi la storia immaginaria di Waid e Pellettier pubblicata su “Legionnaires annual” #1, resta una strada poco battuta e originale. Uno degli aspetti che più mi ha affascinato nell’osservare i disegni del concorso è che ognuno di loro, a suo modo, sembra suggerire una storia che lo circonda: in questo caso, ad esempio, già vedo intorno a questo Mon-El “fanta-medioevale” tutta una vicenda ambientata sul pianeta Orando, patria della Principessa Projectra e luogo dall’estetica da “Signore degli Anelli”.
Complice forse l’assenza del colore, la sensazione però è che di Mon-El non ci sia rimasto gran che, col risultato di un look piacevole, sì, ma che non gioca a favore della riconoscibilità del character.
Il prossimo concorrente in lista è Paolo D’Alessandro, amato redattore dello staff di Glamazonia.it. Paolo è un’intelligenza rinascimentale, pieno di interessi in ambiti diversi e che coltiva tutti con uguale costanza. Non poteva mancare al suo curriculum anche la passione per il disegno, che il nostro ha ben sfuttatato in occasione del Fashion Contest.
L’analisi dell’opera di Paolo, riportata nella miniatura qui accanto, mi permette di sottolineare una piccola curiosità da “addetti ai lavori”.
Pur vittima di alcune pecche anatomiche come ad esempio le spalle troppo strette e le braccia da dodicenne, tutto sommato questo disegno “funziona bene”, non provoca “fastidio”. I colori dello sfondo e la posa del soggetto contribuiscono a tendere un’atmosfera drammatica, che può affascinare e suggerire interpretazioni soggettive della scena.
L’immagine realizzata da Paolo, insomma, ti “inganna”, ti attira in un gioco di emozioni. Ma in realtà, al di là dei difetti tecnici già trattati, questo look non va bene perchè è troppo generico e, se non fosse per l’elemento della cintura, potrebbe vestire qualsiasi super-eroe di qualsiasi editore.
Non vorrei sembrare troppo duro nella mia critica, perchè non è mia intenzione. Il costume non è niente male, anche se personalmente ho l’impressione che le cuciture gialle sul davanti si interrompano un po’ troppo bruscamente all’altezza del petto. Però, l’approccio “emotivo” può risultare fuorviante nel caso di un concept, e tendenzialmente va evitato per poter mantenere un giusto distacco oggettivo dal design che si sta cercando di sviluppare o migliorare.
Dopo aver ammirato questa prova, comunque, sale la curiosità di vedere Paolo alle prese con un fumetto: dai, caro, lo so che di idee nel cassetto ne hai da vendere!
L’illustrazione sulla sinistra è stata realizzata da Moreno Salsi, che i frequentatori del forum di Glamazonia.it ricorderanno con il nickname di “Greyskull”.
Il Fashion Contest ha avuto infatti risalto anche sulle pagine del forum, come è possibile apprendere da questo topic. L’amo che ho gettato con quella discussione ha avuto, per fortuna, un po’ di successo, attirando alcuni utenti come mosche sul miele.
Il disegno è amatoriale e lascia un po’ a desiderare nel volto e nella posa poco naturale del bacino e delle gambe. Da quest’ultimo punto di vista, un chiasmo avrebbe favorito la plasticità della figura, a mò di alcune celebri statue come il David di Michelangelo. In generale, è bene ricordare sempre che il peso del corpo deve pur andare a “sfiatare” da qualche parte, mentre qui entrambe le gambe sembrano leggermente piegate e nessuna delle due fa perno. Tutto sommato, comunque, la figura sembrerebbe ben proporzionata.
Il look ideato da Moreno non si discosta poi molto da quello del comic originale, se non per alcuni dettagli come una specie di corazza pettorale, l’aggancio del mantello al petto in un solo punto invece che in due e la fantasia cromatica delle braccia. Il risultato non lo trovo affatto brutto, anzi! Anche se il “monogancio” del mantello avrebbe probabilmente potuto essere giocato meglio, in una maniera che non facesse sembrare che Mon-El avesse al collo una felpa annodata per le maniche.
Complimenti al nostro artista, che ha avuto pazienza e molte più “palle” di tanti disegnatori esperti che però non hanno avuto il coraggio o la voglia di cimentarsi nel concorso.
Moreno mi scrive che si è fatto aiutare per quanto riguarda gli inchiostri e i colori, per cui grazie anche ai suoi collaboratori.
Ultimo ma non ultimo il brizzolato Andrea A. R. Tosto, penciler della scuderia della Scuola del Fumetto di Milano. Andrea può vantare nella sua bacheca di autore la realizzazione della graphic novel “Antor”, avventura fantasy della quale sta producendo da tempo l’atteso seguito. Lo aspettiamo con fiducia, e a suo tempo ne discuteremo senz’altro nel forum di Glamazonia.it!
Come già nel caso del lavoro realizzato dall’omonimo Andrea Broccardo, anche questo disegno immagina per il legionario di Daxam una possibile veste in armatura. Questa volta però, invece di una corazza dal sapore medioevale, abbiamo di fronte una vera e propria tuta spaziale high tech.
A livello di mera curiosità da aficionado, vale la pena sfogliare la biblioteca della Legione e fare una piccola panoramica sulle necessità narrative di una tenuta protettiva da parte dei personaggi.
Nel corso delle loro avventure, capita spesso ai legionari di doversi aggirare nello spazio come novelli astronauti. Questa situazione, però, potrebbe rappresentare a livello teorico una seccatura per i creatori delle storie. Penso non sorprenda nessuno, infatti, la previsione che i lettori si aspettino che per sopravvivere nel gelo del cosmo sia indispensabile premunirsi di un apposito equipaggiamento. Come ad esempio quello, ingombrante e tozzo, indossato dal Brainiac 5 “post-Ora Zero” in questo episodio di “Legionnaires” del 2000. Immaginate, però, che razza di pasticcio sarebbe a livello di pathos se i nostri eroi fossero ostacolati nelle loro azioni super-eroiche dalla necessità di infilarsi la tutina. E che delirio sarebbe per i disegnatori, che già faticano a tenere il conto delle decine di personaggi di Legion of Super-Heroes!
Per aggirare il problema, gli autori hanno già pensato a delle tute protettive trasparenti chiamate “trans suit”, che consentono loro di rappresentare i legionari nel loro usuale look anche mentre questi si trovano nello spazio. Credo che anche gli anelli di volo possano vantare, tra le loro mille funzioni, quella di assicurare la respirazione nello spazio.
Al di là di tutto questo, ancora una volta trovo molto più interessante lasciarsi andare alla fantasia. Il costume disegnato da Andrea potrebbe costituire per Mon-El la salvezza da un eventuale peggioramento della sua debolezza al piombo, ad esempio, o un filtro per garantirgli i poteri anche sotto la luce di un sole rosso. Insomma, come dicevo prima, ognuno dei costumi inviati al Contest potrebbe nascondere un’affascinante storia da raccontare!
Purtroppo, anche in questo caso l’assenza del colore contribuisce a una valutazione negativa da parte del sottoscritto, nel senso che il look proposto è così lontano da quello originale e presenta così pochi punti di contatto con l’iconografia di Mon-El che il colore, forse, avrebbe potuto fornire un sostanzioso aiuto nell’identificazione del personaggio.
Andrea è un artista old school, poco avvezzo alla modernità di Photoshop, ed è per questo che ha consegnato la sua opera in bianco e nero, più che per una effettiva mancanza di tempo. Eppure, mi scrive:
Il tempo concesso al disegno dal lavoro è poco e, pur essendomi mosso con anticipo, ho finito appena appena in tempo per la scandenza. Se avessi avuto qualche giorno in più avrei voluto completare il costume disegnando, a parte, una maschera per chiudere il casco. La mia idea è che questa armatura sia una protezione per potersi muovere in ambienti impervi e impossibili come lo spazio profondo.
In generale, comunque, trovo l’idea interessante e il disegno molto ben fatto. Da fan del lavoro di Andrea, mi fa piacere notare la sua mano in forma e visibilmente migliorata rispetto alle sue opere edite in passato. Si vede che i lunghi mesi trascorsi al tavolo da disegno per realizzare “Antor 2″ stanno iniziando a dare i loro frutti nella maturazione di questo autore siciliano. Continua così!
Dulcis in fundo, io stesso, da puro amatore del disegno, ho deciso di prestarmi alla creazione di un possibile look per Mon-El… ovviamente, ahem, come semplice “ospite” fuori concorso.
In un certo senso, si potrebbe dire che il mio approccio nei confronti di questo “remake” del costume di Mon-El si sia svolto su basi esattamente inverse rispetto a quelle dell’opera vincitrice del concorso, realizzata da Salvatore Cufari. Ironico, no?
Se il disegno di Salvatore vede un Lar Gand quasi del tutto affrancato dal suo legame iconografico con Superboy, la mia versione del daxamita, che riprende alcuni spunti sartoriali dall’opera di Gary Frank su “Superman and the Legion of Super-Heroes”, mantiene e a tratti rinforza quella somiglianza, pur nei termini di un redesign modernizzante.
Penso sia comune, nell’infanzia di chiunque abbia in famiglia un fratello più grande, immaginare se stessi nei panni di quest’ultimo, in un “transfert” che manifesta tutto il desiderio di crescere e diventare adulti. Volendo, la figura deel nostro eroe potrebbe rientrare in un meccanismo del genere, pur al livello di mera riflessione a posteriori.
Lo stesso Alan Davis, nel suo delizioso Elseworlds “Superboy’s Legion” (2001), immagina le gesta di un giovane Kal-El che, giunto sulla Terra nel futuro invece che nel XX° secolo, finisca per indosare, una volta raggiunta la maturità, un costume simile a quello di Mon-El.
Insomma, l’eroe creato da Bernstein e Papp come immagine adulta di se stesso da parte del Clark Kent neo legionario.
Quindi, oltre a sviluppare l’elemento della giacca, che secondo me caratterizza in modo speciale il costume di Mon-El rispetto all’immagine “standard” dei super-eroi, ho cercato di integrare maggiormente il blu nel costume, e di giocare con la geometria in modo da creare sul petto del personaggio un’immagine che potesse ricordare quella indossata da Superman, senza esserne un esplicito “rip-off”. D’altronde, il nome stesso del nostro protagonista sottolinea la sua appartenenza, se pur “onoraria”, alla casata kryptoniana degli El, di cui il marchio dell’Uomo d’Acciaio è una diretta evoluzione.
Spero che questa immagine sia apprezzata dai concorrenti veri e propri del Fashion Contest.
Puff, pant! Che fatica! Finalmente ho finito!
In conclusione, ringrazio nuovamente tutti i partecipanti al concorso e tutti coloro che se ne sono interessati, come ad esempio i responsabili dei siti citati in questo articolo. Questa esperienza mi ha molto divertito e la considero senz’altro come una da ripetere. Se vi va, proponete pure nei commenti il nome di qualche legionario del quale vorreste rivedere l’abbigliamento, prenderò senz’altro in considerazione ogni consiglio sul tema.
Long Live the Legion!
Tags: Alessandro Bragalini, Andrea A. R. Tosto, Andrea Broccardo, Concorsi, Galleria d'Arte, George Papp, Mon-El, Mon-El Fashion Contest, Moreno Salsi, Paolo D'Alessandro, Robert Bernstein, Salvatore Cuffari
Il disegno di Salvo mi ricorda un po’ Weringo, mentre quello di Alessandro mi fa venire in mente Braithwaite. Ragion per cui preferisco quest’ultimo.
Tutti i disegni sono belli!
Davvero un bell’esperimento, potresti ripeterlo l’anno prossimo con un soggetto diverso.
Grazie Fabione! Sono davvero onorato, specialmente vedendo gli altri disegni, tutti meritevolissimi!!!
sì, in effetti penso proprio di ripetere l’esperimento! e chissà che la prossima volta le partecipazioni non siano anche più numerose. però, appunto, non prima dell’anno prossimo.
Ragazzi, complimenti a tutti! Forse non tantissimi, ma veramente buoni!
[…] trovarmi e scroccarmi qualche disegno. Ma non finisce quì, in questi meso ho anche partecipato al Mon El Fashion Contest organizzato dal Legion Blog (un blog figlio del sito madreGlamazonia.it) […]