Dopo il vuoto della scorsa settimana (uscite del 18 marzo), nella quale il legionometro ha segnalato giusto la comparsa di un omonimo del magnate futuribile Leland McCauley sulle pagine di “Azrael: Death’s Dark Knight” #1, questo mercoledì l’edicola legionaria è tornata a pieno regime, presentando sugli scaffali ben due oggetti di pura Legion goodness.
In primis vorrei segnalare Showcase Presents: Ambush Bug vol.1 TP, tomo brossurato e in bianco e nero che raccoglie le prime, storiche apparizioni del buffo personaggio ideato nei primi anni Ottanta da Keith Giffen. Si tratta perlopiù di storie di taglio ironico o addirittura parodistiche, e la Legione compare perlopiù in occasione di qualche cameo. Consigliato ai fan più sfegatati del brillante artista newyorkese, autore di gran parte del materiale presenti nel volume.
Più succosa per i Legion-junkies è invece l’uscita di Superman #686, se non altro in quanto presenta un’avventura inedita, con protagonista un giovane Mon-El finalmente libero dalla prigione della Zona Fantasma. Per i più curiosi, è possibile visualizzare un’anteprima dell’albo a questo link. I lettori ancora più curiosi possono buttarsi, in aggiunta, anche sulla recensione pubblicata nel resto dell’articolo!
Sembra strano a dirsi, ma questo è ormai il terzo numero di fila di “Superman” in cui si respira l’aria di una mera introduzione. Lo sceneggiatore James Robinson sta ancora posizionando i pezzi sulla scacchiera, rimodellando il contesto di una Metropolis sì orfana dell’Uomo d’Acciaio, ma non di eroi. Lo stesso azzurrone compare in questo episodio in un ruolo, defilato, da scacchista, occupandosi di coordinare i futuri sforzi dei suoi sostituti nel ruolo di paladini della Città del Domani: oltre a Mon-El, John Henry Irons e il Guardiano.
Accanto a questa rispettabile triade, in copertina appaiono anche le figure di Black Lightning e Zatara, che non godono però di un’effettiva presenza scenica all’interno del racconto. Se il secondo è sicuramente destinato a entrare nel cast di “Superman”, da recenti interviste agli autori pare invece che, per ragioni di continuity incrociata con le altre serie DC, l’alter ego di Jefferson Pierce possa essere escluso del tutto dalla storyline. Lettori, trattenete le lacrime e fatevene fin da ora una ragione!
Come i numeri immediatamente precedenti, anche questo mi ha soddisfatto, lasciandomi addosso una buona dose di curiosità verso gli episodi a venire. Il montaggio tra le numerose sequenze, che vedono alternarsi sotto i riflettori tutto il nutrito cast, galoppa che è un piacere, e le pagine scorrono da sole. Mi auguro solo che una partenza così meditata e faticosa sia giusitificata da un’estensione proporzionata del nocciolo della vicenda.
Tra le caratterizzazioni, tutte ricche e convincenti, quella di Mon-El è forse la più affascinante, e non solo di fronte agli occhi lucidi degli aficionados di lungo corso. Pare proprio che per questo personaggio si prospetti un vero e proprio “romanzo di formazione supereroica”, un percorso di crescita e maturazione indirizzato dalla rigida guida del Guardiano. Un simile background fa gioco al ruolo centrale che l’alter ego di Lar Gand è destinato ad assumere, nel 31esimo secolo, all’interno della Legione, solidificandolo, pur restando perfettamente godibile come storia a sè.
Sul versante estetico, lo stile cinematico di Renato Guedes sostiene perfettamente il racconto, dando spettacolarità alle pur rare sequenze di azione.
Una curiosità da segnalare riguarda la copertina di quest’albo. Inizialmente, per sottolineare l’avvio della storyline “World without Superman”, la DC aveva previsto che Superman #686 e Action Comics #875 si presentassero con due illustrazioni di copertina componibili in un unico disegno. La bella illustrazione, realizzata da Eddy Barrows, raffigurava i reggenti delle Super-collane durante l’assenza di Kal-El da Metropolis.
Alla fine, sono state invece utilizzate due nuove immagini di Andrew Robinson, che ha così inaugurato con un mese d’anticipo la corvè di cover artist su entrambi i titoli. Nel caso di “Action Comics”, il disegno definitivo rispecchia il cambio di costume dei due neo protagonisti Nightwing e Flamebird; su “Superman”, invece, la modifica ha carattere più fine a se stesso.
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