Diversamente alla prassi del Belpaese, negli States i fumetti escono tutti quanti nello stesso giorno, il mercoledì. Ad essere onesto non saprei dire se si tratti di una scelta per tradizione o di una mera conseguenza del fatto che i comics siano distribuiti sul territorio americano da una sola azienda, la Diamond, che avrebbe quindi tutto l’interesse a risparmiare sui trasporti. Fattostà che per tutti gli appassionati il terzo giorno della settimana è ormai sinonimo di novità fumettose, e il semplice suono della parola “wednesday” provoca ormai in molti lettori effetti simili a quelli riscontrati da Pavlov nel corso dei suoi celebri esperimenti sul comportamento animale.
Tutto ciò per introdurre “Edicola legionaria“, la rubrica di recensioni in breve che, un mercoledì dopo l’altro, si occuperà di tastare il polso all’attuale produzione DC Comics relativa alla Legione dei Super-Eroi. Cosa succede nelle storie appena edite oltreoceano? E, soprattutto, vale la pena di procurarsele? La risposta a questi ed altri quesiti di alta filosofia in questa e nelle future puntate.
Prima di iniziare, due parole sulla scelta di occuparsi degli albi novità solo in breve, piuttosto che attraverso la lente d’ingrandimento riservata invece alle storie silver age del percorso “storico-critico”. Per non creare confusione nei lettori e per rendere più chiaro il cammino della “lettura storico-critica”, preferisco non applicare quel tipo di approccio “a tappeto” ma secondo un criterio ben preciso, quello cronologico. Inoltre, il tempo è tiranno e mi sarebbe materialmente impossibile aggiornare con regolarità questo blog se decidessi di sviscerare ogni singolo albo legion-related in uscita.
Ed ora, pronti? Per proseguire la lettura cliccate il link qui di seguito, ma attenzione agli spoiler!
Settimana piuttosto avara di apparizioni legionarie, questa. Perfino Justice Society of America, che abitualmente ospita un Thom Kallor disperso nel tempo nei panni di Starman, nel numero 24 ignora questo frizzante personaggio, da intendersi impegnato negli eventi della miniserie Legion of 3 Worlds.
A dar soddisfazione è invece Superman #685, di James Robinson, Javier Pina e Pablo Raimondi. Quest’albo rientra nella mastodontica saga di New Krypton, che da diversi mesi coinvolge le testate dell’uomo d’acciaio, e ne rappresenta un ulteriore passo in avanti.
Gli ultimi sviluppi di questa storyline vedono l’azzurrone sulla rotta, appunto, del neonato pianeta New Krypton, abitato da migliaia di alieni della stessa razza di Superman. Gli esiti di questo viaggio nello spazio saranno raccontati nella maxiserie Superman – World of New Krypton, in uscita da marzo; nel frattempo, nelle collane regolari dedicate all’alter-ego di Clark Kent, toccherà ad altri eroi occupare il posto di paladino lasciato vacante dall’uomo del domani. In quest’albo, Superman appunta la stella di sceriffo di Metropolis sul petto di Mon-El, valente eroe destinato ad entrare nella Legione dei Super-Eroi all’alba del 31esimo secolo.
Sì, perchè Mon-El è un daxamita, cioè un alieno di una razza che condivide con quella kryptoniana gli stessi benefici sotto i raggi di un sole giallo, ma con l’aggiunta rispetto a questi ultimi di una mortale allergia al piombo.
Come rinarrato di recente in Action Comics annual 10 (2007) da Geoff Johns ed Eric Wight, Mon-El arrivò sulla Terra anni addietro, momentaneamente privo di memoria, incontrando un Clark Kent ancora ragazzo. Tra i due super-adolescenti si venne a creare inevitabilmente un rapporto di affinità fraterna, spezzato solo dall’altrettanto scontato avvelenamento da piombo presto subìto da Mon-El. In assenza di un antidoto, l”unico modo di salvare la giornata da parte di un imbelle Clark fu di imprigionare l’amico nella zona fantasma, la dimensione-prigione dove il tempo non scorre. Da allora, è sempre stato un cruccio da parte di Superman quello di cercare un antidoto per salvare la vita e restituire la libertà al giovane compagno d’avventure.
Ma la Storia del DC Universe narra che la liberazione di Mon-El avverrà solamente nel futuro, ad opera della Legione. Come giustificare quindi, da parte degli autori, la liberazione “anticipata” di Mon-El in Superman #685?
La storia di Robinson, molto chiara e leggibile, gestisce l’interrogativo di cui sopra in modo a mio avviso riuscito e intrigante. In seguito a circostanze misteriose, la zona fantasma sta implodendo. Superman è, così, costretto a liberare l’amico imprigionato in quel limbo, se non altro per concedergli una fine più dignitosa. Tutti i tentativi da parte di Supes di contattare la Legione, che in quel difficile momento potrebbe fornire le proprie conoscenze futuribili per soccorrere il moribondo Mon-El, sono vani: è come se la “linea” fosse staccata, non c’è risposta. Eppure, Superman trova nella Fortezza della Solitudine una misteriosa bottiglia, di Carroliana memoria (la vedete nell’immagine qui accanto), marchiata con il logo legionario. “Bevimi, Mon-El”, c’è scritto. E, dopo qualche sorso, il daxamita riacquista come per magia il colore e la salute. Urrà!
L’idea è che probabilmente, per non modificare il corso naturale della storia, i legionari abbiano preferito intervenire in modo subdolo piuttosto che a scena aperta, dal momento che Mon-El non è destinato ad apprendere della loro esistenza per altri mille anni. Questo, però, pone agli occhi dei lettori un’affascinante spada di Damocle sul capo del giovane eroe in rosso e blu: prima o poi, se tanto mi da tanto, il giovane figlio di Daxam è destinato a riprendere la strada dell’esilio nella zona fantasma. Che pathos!
Un numero, questo, tutto trama e che, attraverso alcuni bei momenti con protagonista uno straziato Superman, approfondisce bene le motivazioni del protagonista a imbattersi nell’odissea di World of New Krypton. Ho piacere ad ammetere che, dopo i primissimi numeri a mio avviso poco riusciti, James Robinson (Starman, Leave it to chance) sembra aver preso per bene le misure al personaggio di Superman, e ottima pare anche la sua caratterizzazione di Mon-El, teneramente descritto nei suoi risvolti di umanità più quotidiana.
Il fatto che il sito DC riporti ancora oggi, ad albo già sugli scaffali dei comics shop, il nome di Renato Guedes come disegnatore di Superman #685 la dice lunga sulle condizioni alle quali deve aver lavorato il povero Javier Pina (Manhunter), le cui tavole sembrano non a caso piuttosto frettolose. Il risultato finale è comunque accettabile, anche per merito dell’azzeccata colorazione.
In appendice, destino comune alla quasi totalità degli albi DCU di questo mese, un breve racconto della serie “Origins e Omens”. In soldoni, si pongono le basi per le storie che verranno, riassumendo lo status quo con il condimento di qualche lampo delle vicende future. In questo caso la backup story, disegnata da Raimondi, è dedicata interamente a Mon-El e a costruire il suo nuovo ruolo di supplente protettore di Metropolis. Senza svelare nulla, mi limito a riportare qui in basso una brevissima sequenza del racconto.
Sono molto curioso di leggere le prossime storie di Superman, complimenti a Robinson e a tutto il “brain trust” dietro a New Krypton!
Tags: James Robinson, Javier Pina, Mon-El, New Krypton, Pablo Raimondi, Superman